Si è svolto oggi a Roma, nell’ Auditorium della sede nazionale della CNA, la 3^ edizione del Rapporto congiunturale sul mercato dell’installazione di impianti in Italia curato, per CNA Installazione Impianti, dal CRESME. Secondo il Rapporto, la somma dei fatturati di tutti i soggetti coinvolti nella filiera dell’impiantistica per l’edilizia , nel 2016, è stata di oltre 112 miliardi di euro. Si tratta di un ambito economico che coinvolge – unicamente per gli impianti nell’edilizia, escludendo quindi le opere a rete – circa 200mila unità locali e 750mila addetti, distribuiti fra industrie e laboratori di fabbricazione, esercizi commerciali, installatori.
Il valore della produzione fra i suddetti attori della filiera, è così articolato:
- 41,3 miliardi è il ricavato delle vendite dei prodotti per l’impiantistica effettuate direttamente dalle aziende produttrici nazionali. In questo importo sono incluse le vendite destinate all’estero;
- 23,8 miliardi di euro è il ricavato dei rivenditori di materiali per impianti, sul territorio nazionale;
- 47,4 miliardi è l’importo totale incassato dagli installatori (termoidraulici, idraulici, elettricisti, ecc.).
L’area impiantistica esaminata negli ultimi anni ha accresciuto il proprio peso all’interno delle costruzioni: dal 40% nel 2012, al 43% nel 2015 fino al 44% nel 2016. “ In altri termini – ha detto Carmine Battipaglia, Presidente CNA Installazione Impianti – gli impianti negli edifici hanno risentito in misura più ridotta della crisi generale delle costruzioni per una serie di motivi: la maggiore importanza rispetto al passato che essi rivestono nelle nuove costruzioni, la vocazione naturale ad una obsolescenza tecnologica e, pertanto, un ciclo di vita più ridotto rispetto ad altri materiali e componenti ed infine – ha continuato Battipaglia – una maggior propensione a rientrare nell’ambito della riqualificazione edilizia che, nell’ultima fase economica, ha goduto di una migliore performance rispetto agli altri segmenti del mercato”.
Secondo il Rapporto CRESME – CNA, dopo la forte crisi del 2009 (-12%), la ripresa nel biennio successivo e poi l’ulteriore flessione nel 2012, 2013 e 2014 (anno di svolta per l’impiantistica nell’edilizia), il 2015 e il 2016 hanno segnato un aumento del valore della produzione nel settore dell’installazione degli impianti. Eppure, va ricordato, l’impiantistica nella generale crisi edilizia ha perso molti meno volumi rispetto alle costruzioni nel totale: al 2014 (ultimo anno di flessione per gli impianti) il calo rispetto al 2011 stato in termini reali pari al -17%; per l’intero settore edilizio, invece, il calo è stato del 22%. Non solo: fra il 2014 e il 2016, il settore degli impianti ha guadagnato il 6,3% mentre l’edilizia ha registrato una crescita dell’1,7%.
Il 2015 ha rappresentato per il settore degli impianti negli edifici la svolta nel proprio ciclo economico, ripresa consolidata nel 2016. “Per quanto riguarda le prospettive di scenario, – ha commentato Battipaglia – va segnalato che l’attenzione culturale verso l’ambiente, i cambiamenti climatici, l’acqua, cresce progressivamente, come pure l’attenzione al risparmio nelle spese di gestione immobiliare. Questo si traduce in prospettive di mercato fertili per quegli ambiti in cui la ricerca e lo sviluppo sono indirizzati al contenimento energetico e idrico. L’invecchiamento della popolazione inoltre – conclude il Presidente degli impiantisti CNA – porta con sé una accelerazione verso quell’impiantistica orientata al comfort e la cosiddetta “domotica assistenziale”, che ci fa prevedere trend di crescita positivi per i prossimi anni”