Doccia fredda per le esportazioni abruzzesi, che subiscono una frenata per effetto soprattutto delle minori vendite dell’autotrasporto. E’ arrivata, in gran parte inaspettata, nel primo trimestre dell’anno: tra gennaio e marzo, secondo l’analisi realizzata da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo, il totale delle esportazioni regionali – che restano fortemente radicate nell’area dell’Unione europea – ha toccato quota 2.057 milioni di euro, con un aumento di “appena” 24 milioni sullo stesso periodo dell’anno precedente, quando era stato di 2.033 milioni di euro.
La negatività, allora, consiste proprio nel gioco delle differenze. Perché? Perché un anno fa l’aumento, sempre nei primi tre mesi, era stato di ben 264 milioni, mentre in valore percentuale l’attuale performance vale un incremento di appena l’1,2% (contro una media nazionale del 9,9%). E perché in soli dodici mesi l’Abruzzo, che allora svettava nelle graduatorie per regioni (terzo miglior risultato nel 2016 con il 14,9% in più) piomba invece ora in fondo alla classifica: quart’ultimo posto.
“Sotto accusa”, in attesa di conclusioni più definitive e non legate a un andamento congiunturale, finisce così per ora un flusso delle esportazioni che conferma in pieno quanto già detto e scritto con fiumi di inchiostro: la pressoché totale dipendenza dai risultati del comparto mezzi di trasporto (furgoni e moto) che trova il suo cuore pulsante in Val di Sangro. Se il comparto rallenta i suoi risultati, ne deriva una frenata per tutto l’export regionale, tanto più se il resto delle produzioni segna a sua volta decisamente il passo. Spiega infatti Ronci: «L’export dei mezzi di trasporto ha ottenuto un incremento di 40 milioni di euro, mentre quello degli altri prodotti è calato di 16. Vale la pena ricordare che un anno fa, nello stesso trimestre, l’incremento dei mezzi di trasporto era stato di 154 milioni e gli altri prodotti anziché flettere, come adesso, erano cresciuti di 110 milioni. In valori percentuali l’export dei mezzi di trasporto cresce del 4%, mentre quello nazionale cresce del 9,8%. E così anche per gli altri prodotti, sotto quest’anno dell’1,6%, in controtendenza con il dato nazionale che cresce invece del 9,9%».
L’andamento poco brillante del comparto motori finisce inevitabilmente per riflettersi sui risultati delle quattro province abruzzesi: quella di Chieti, cuore della produzione di due e quattro ruote, finisce in coda alla graduatoria, per effetto di due variazioni di segno opposto: da un lato i mezzi di trasporto crescono di 39 milioni, dall’altro gli altri prodotti flettono di 54. Con il risultato che il miglior risultato è appannaggio del Teramano (27 milioni in più), seguito dal Pescarese (+9) e dall’Aquilano (+3).
Detto ampiamente dei mezzi di trasporto, va aggiunto che gli incrementi più rilevanti si sono registrati nel settore degli articoli in pelle (+9) e dei prodotti farmaceutici (+6). I settori che hanno subito decrementi importanti sono invece i prodotti in metallo (-20) e le macchine ed apparecchiature (-25). L’export dei prodotti agroalimentari, considerato un fiore all’occhiello del made in Abruzzo passa infine dai 136 milioni del quarto trimestre 2016 ai 142 del primo trimestre 2017, ottenendo dunque un incremento di 6 milioni di euro. In valore percentuale, le esportazioni dei prodotti agroalimentari registrano un incremento pari al 4,3%, ma inferiore al dato nazionale che è stato del 7,9%.