Un’indagine sull’artigianato e le piccole imprese del settore moda, cuore pulsante e produttivo del sistema moda toscano. L’ha realizzata CNA Toscana raccogliendo 127 questionari di pelletterie, imprese di abbigliamento (incluso la maglieria) e tessili di tutte le province toscane, in particolare Firenze, Prato e Arezzo.

La presentazione dell’indagine “Le imprese della MODA in Toscana” si è tenuta giovedì 9 marzo nella sede CNA Toscana alla presenza di numerose imprese del settore e dell’Assessore regionale allo sviluppo economico, Stefano Ciuoffo. Dopo l’apertura dei lavori a cura del presidente CNA Toscana Valter Tamburini, i risultati dell’indagine sono stati presentati da Andrea Manuelli e Alessio Monticelli, ricercatore LocalGlobal; quindi il presidente CNA Federmoda Toscana Marco Landi e  Francesca Mazzocchi, coordinatrice CNA Federmoda Toscana, hanno illustrato alcune proposte per le imprese del settore moda dirette alla Regione Toscana, nonché i progetti e le opportunità che CNA ha studiato per le diverse esigenze delle varie tipologie di aziende che operano nel settore. Due imprenditori Luca Rinfreschi (Rinfreschifur, Prato) e Franca Binazzi (Confezioni Bilò, Arezzo) hanno portato la testimonianza di imprese con buoni parametri di crescita e di dinamica che possono fornire un modello ispiratore anche per le altre aziende. Ha concluso la presentazione l’intervento dell’assessore regionale allo sviluppo economico Stefano Ciuoffo che ha parlato degli strumenti della Regione Toscana.

L’indagine “Moda Artigiana Toscana e Contoterzismo tra continuità e trasformazione” ha rilevato i problemi del comparto, ma anche evidenziato le possibili soluzioni e strategie.

Sia l’indagine qualitativa che il quadro quantitativo confermano la cronica difficoltà delle imprese terziste della moda, ma non si può parlare di crisi generalizzata.

Diversificazione ed efficienza rappresentano i driver di crescita, dove l’efficienza passa anche dalla valorizzazione delle risorse umane che – in settori ad alta femminilizzazione quale questi – necessitano di trovare soluzioni più soddisfacenti per il conflitto lavoro-maternità confermatosi rilevante e per una formazione più intensa e incidente.

Rimane poi il problema di un maggiore inserimento dei giovani, per garantire una continuità aziendale dell’artigianato della moda ad imprenditorialità italiana; l’analisi quantitativa ha mostrato infatti come questo settore ‘regga’, come consistenza, solo grazie alle imprese artigiane a titolarità straniera (49,2%). Ma vi sono opportunità di crescita aziendale e di sviluppo anche per l’artigianato a imprenditorialità nazionale, come dimostrato dall’indagine qualitativa.

Attenzione all’efficienza, personale giovane, macchinari recenti e orientamento all’innovazione è il ritratto del contoterzista della moda con una prospettiva futura, prospettiva che dipende in misura rilevante dalla continua ricerca di nuova committenza per ridurre i rischi del portafoglio cliente ed in particolare uscire dalla mono-committenza, anche se questa è apparentemente più remunerativa e certamente più facile da gestire nel breve termine.

Il contoterzismo della moda toscana attraversa una fase di trasformazione, più che di crisi generalizzata. In esso sono in atto rilevanti processi di trasformazione per cercare di superare problemi vecchi insieme alle più recenti difficoltà dovute al mercato e alla riorganizzazione complessiva dei processi produttivi. Queste dinamiche hanno ‘alzato l’asticella’ per le imprese che vogliono rimanere competitive ed in salute. Per questo motivo -e alla luce dei risultati dell’indagine- CNA Toscana intende sviluppare una serie di iniziative e di progetti per sostenere le piccole imprese del settore moda.    

Le proposte di CNA Federmoda Toscana

PER LA REGIONE TOSCANA

– Strumenti di formazione per gli imprenditori semplici e efficaci, finalizzati a soddisfare le reali esigenze delle singole  imprese. CNA Federmoda Toscana propone l’utilizzo di voucher individuali per la formazione degli imprenditori e dei dipendenti (con risorse FSE e FESR) da spendere non solo presso Università o centri di ricerca, ma anche presso privati e professionisti accreditati.

– Prevedere crediti di imposta sulle imposte regionali (vedi IRAP) per le aziende che subiscono una incidenza forte dei costi legati alla maternità (ad esempio: + di 1 maternità l’anno o comunque in percentuale da definire in base a totale addetti) e per le imprese che investono in innovazione di prodotto (campionari), per il settore moda equivalente alle attività di ricerca e sviluppo per altri settori manifatturieri, che godono di queste agevolazioni.

– Aumentare la dotazione finanziaria dei bandi di microinnovazione (Bando servizi qualificati) per la Linea A (imprese singole). All’interno di queste misure prevedere la possibilità di acquistare il servizio di Temporary designer o stilista (parimenti a quello già presente del Temporary Manager) e Temporary agenti di commercio per la costruzione di reti di vendita (per le aziende conto terzi che intendano provare a crearsi un mercato sul conto proprio).

PER LE IMPRESE

Le opportunità CNA per le imprese della moda rispondono alle diverse esigenze delle varie tipologie di aziende che operano nel settore, e sono volte ad accompagnarle nel processo di cambiamento verso modelli di innovazione (di prodotto, di processo, organizzativa, tecnologica, di approccio ai mercati, di welfare aziendale) che le rendano più competitive.

i progetti:

Progetto “Manifattura 4.0” – CNA Toscana ha selezionato i migliori esperti a livello nazionale per costruire un team che affianchi l’azienda nel cambiamento: un esperto di reti e filiere, un designer, un maker e un esperto di modelli di business per innovare i prodotti, la dotazione tecnologica, i processi, l’organizzazione aziendale e la relazione col mercato e con la filiera. Tali progettualità possono essere implementate utilizzando il contributo a fondo perduto fino all’80% finanziato a valere sul ‘Bando Innovazione B’ della Regione Toscana, che cofinanzia interventi di innovazione per PMI in forma aggregata (ati o reti di impresa).

Fiera ORIGIN Passion e Beliefs 2017 | Il Salone dove la moda incontra la manifattura italiana con cui  CNA Nazionale ha stretto una partnership;  la fiera si terrà i prossimi 11-13 luglio a Fiera Milano Rho in concomitanza con Milano Unica. E’ prevista una forte scontistica per aziende CNA e per “operazioni di distretto” (almeno 5 aziende).

Marketplace B2B: il portale CNA Mood Market (www.moodmarket.it) dove grandi firme e produttori, italiani ed esteri, possono rintracciare le imprese della subfornitura italiana.

“Artigiano Contemporaneo”: www.artigianocontemporaneo.it, il marchio collettivo, il portale di infocommerce (e presto e-commerce), gli eventi e i canali social per promuovere l’artigianato moda di alta qualità.

Incoming operatori moda B2B E B2C in collaborazione con ICE e sistema camerale.

Servizi e collaborazioni:

  • Collaborazioni con le principali scuole di design e mestiere della Toscana
  • Presenza all’interno della Fondazione ITS M.I.T.A. (Made in Italy Tuscany Academy)
  • L’offerta formativa delle Agenzie CNA in Toscana
  • Servizi di assistenza alla presentazione dei bandi e alle agevolazioni di Regione Toscana presso le strutture CNA del territorio
  • Servizi di supporto al credito attraverso FINART, agenzia di mediazione creditizia regionale, e accesso al sistema di garanzie attraverso Artigiancredito Toscano.

I risultati dell’indagine

obiettivi – Allargare ed aggiornare il quadro conoscitivo sull’impresa contoterzista della moda in Toscana, con l’obiettivo di sviluppare interventi e progetti di supporto al comparto.

L’indagine è stata effettuata su un campione di 127 imprese di cui: piccoli contoterzisti 40,2% –  piccole imprese non contoterziste 37,8% – grandi contoterzisti 15,7% (il limite tra piccola e grande impresa è fissato in 15 addetti). Inoltre è stata sviluppata anche un’analisi sui trend settoriali di lungo periodo (dinamica imprenditoriale e addetti), basata su dati camerali. 

problematiche – Mono-committenza, eccessiva dipendenza dalla committenza, tariffe giudicate non sufficientemente remunerative sono i problemi tipici e ricorrenti del piccolo contoterzista. L’indagine ha confermato come il rapporto con la committenza rimanga -o sia diventato- difficile per oltre la metà delle imprese terziste: la problematicità è in primis legata alle tariffe (27,6%), e poi in modo equi-ripartito tra riduzione del lavoro (18,1%), standard produttivi (18,9%) e condizioni contrattuali (18,9%). Tariffe, standard produttivi richiesti, condizioni contrattuali e dei pagamenti sono aspetti collegati al rapporto con la committenza; il calo del lavoro (e del fatturato) può invece essere dovuto al mercato, alla crisi o anche a scelte ‘sostitutive’ della committenza.

strategie – La diversificazione rappresenta il ‘leitmotiv’ delle strategie, diversificare il rischio tra più committenti può salvare un terzista da un crisi indotta da un singolo committente. Non necessariamente alternativa è la strada del recupero di efficienza e produttività che può avvenire attraverso investimenti, innovazione e formazione/assunzione di risorse umane.

Quasi la metà delle imprese pensano di essere capaci di reinventarsi a livello di strategie e dall’indagine emerge come diversificazione/efficienza possano essere un connubio vincente che la maggior parte delle imprese applica declinandolo però ciascuna a suo modo. Alternativa alla diversificazione è la fidelizzazione con il committente che può passare anche attraverso gli assetti societari ed operazioni di parziale incorporazione dell’impresa terzista da parte della committenza e del gruppo in cui questa si inserisce. è questa una ‘strategia per pochi’ e quindi probabilmente non in grado di incidere molto sulla tenuta delle piccole imprese terziste della moda e nel consolidare una catena del valore toscana anche a livello di lavorazioni esternate da committenti locali.  

aspettative – A livello di aspettative sul medio-lungo periodo il quadro appare abbastanza equilibrato: ci sono scenari di crisi, che si compensano però con le crescite. I contoterzisti hanno attesi migliori o comunque non peggiori delle aziende di produzione propria.

Le aspettative mostrano continuità con la dinamica aziendale degli ultimi 3 anni tendenzialmente positiva su fatturato ed addetti, particolarmente per le imprese terziste. Non mancano tuttavia gli arretramenti di fatturato, una situazione per circa il 45% determinata da una criticità su un singolo committente, particolarmente nel caso della pelletteria (27,5%).