È nato il primo distretto digitale della provincia di Reggio Emilia. Le aziende dell’area artigianale di Quattro Castella aderenti al primo progetto pilota “banda larga” ideato da CNA Reggio Emilia godranno di una connessione super veloce con una banda ultra larga che arriva a una velocità di 1000Mbs sia in download che in upload. Come si traduce tutto questo nella pratica?
Per le aziende significa impiegare 2,4 decimi di secondo per trasferire un disegno CAD da 30 mega (in rapporto ai 120 secondi impiegati con una velocità media di 2000 bit al secondo). Vuol dire trasferire un DVD ricco di dati da 4,7 giga in 28 secondi rispetto a 18.800 secondi. Questo non consente solo di andare più veloce, ma di poter immaginare nuovi servizi e ripensare i modelli di sviluppo dell’impresa con nuove modalità di relazione e di fruizione dei servizi.
All’inaugurazione, avvenuta in via Don Milani davanti alla sede della Bedini F.lli Srl che è stata la prima azienda ad aderire con entusiasmo al progetto, erano presenti tutti i partner istituzionali e privati del progetto. Un taglio del nastro 2.0 che ha sancito la nascita di un vero e proprio modello da esportare non solo in tutta la provincia ma in tutta la regione grazie alla sinergia perfetta creatasi tra CNA, motore dell’idea, Comune di Quattro Castella, Provincia e Camera di Commercio di Reggio Emilia, Lepida Spa, società della Regione Emilia Romagna che si occupa di informatica e telematica, la NETandWORK di Correggio, gestore dei servizi di rete imprese, e ovviamente le imprese aderenti.
“Sono stati proprio gli imprenditori ad aver subito colto le potenzialità del nostro progetto – ha sottolineato nel suo discorso il Presidente CNA Nunzio Dallari – coinvolti grazie a un intenso lavoro di porta a porta fatto in prima persona dal Sindaco Andrea Tagliavini e dal Presidente CNA dell’Area Val d’Enza Giorgio Francia, per spiegare loro vantaggi e future applicazioni della connessione a fibre ottiche. Aprirsi al digitale e alle potenzialità della rete non vuol dire per forza cambiare attività o inventarsi cose strane. Bisogna avere il coraggio, come gli imprenditori di Quattro Castella, di investire nell’innovazione per continuare a fare il proprio mestiere ma con modalità e strumenti differenti”.
Dello stesso avviso il sindaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini che ha sottolineato come “Per convincere le imprese ad aderire il progetto un altro valore aggiunto è stato quello della riqualificazione immobiliare. Grazie a questa operazione siamo riusciti a dare ancora più valore al territorio e a far sì che le aziende si sentano ancora più legate ottenendo il 100% di adesioni”.
Un esempio eccellente di collaborazione durante la quale ciascun partner ha fatto la propria parte nel pieno rispetto dei tempi e dei costi prefissati, come ribadito da Marco Ruozzi, dirigente della Camera di Commercio, e da Piera Magnatti di Lepida Spa, che ha parlato di un “Modello Quattro Castella”, che verrà tradotto in un’iniziativa regionale dal titolo “Rinascimento della manifattura” per un nuovo programma operativo di fondi strutturali comunitari.
Dall’utilizzo della tecnologia VOIP per diminuire i costi di telefonia alla possibilità di implementare i servizi di vendita e assistenza con il web, ai minori costi di gestione e manutenzione dei server aziendali. Carlo Gozzi della NETandWORK ha spiegato tutto questo attraverso un video di dimostrazione delle potenzialità delle tecnologie Full Cloud, che permettono di utilizzare infrastrutture (server, sistemi di archiviazione, applicativi) come servizi da pagare in modalità Pay per Use, riducendo gli investimenti e la necessità di risorse interne dedicate, consentendo così alle aziende di concentrarsi maggiormente sullo sviluppo del proprio business.
I costi. Costo complessivo del progetto è stato di € 82.160,00 di cui: € 47.440,00 per l’infrastruttura tecnologica; € 34.720,00 per la riqualificazione dell’area produttiva; progettazione gratuita di Lepida Spa.
I partner finanziatori hanno investito rispettivamente: € 23.160,00 il Comune di Quattro Castella; € 20.000,00 la Provincia di Reggio Emilia; € 39.000,00 le 14 imprese aderenti al progetto e 2 privati. La Camera di Commercio di Reggio Emilia ha istituito un bando grazie al quale ha rimborsato il 50% del costo sostenuto dalle aziende.
CNA ha coordinato le 14 aziende aderenti nella partecipazione al bando e nelle attività di service per l’attivazione dell’infrastruttura.
Le tappe. Nel novembre 2011 l’Associazione in un importante convegno chiese agli Amministratori Pubblici uno sforzo straordinario per la costruzione delle cosiddette “autostrade informatiche” per la diffusione della rete ultra veloce in tutta la provincia. Un progetto ambizioso basato su dati reali: grazie a ricerche di mercato e al confronto con gli esperti dei laboratori della Fondazione Marconi di Bologna, specializzati in progetti innovativi sulla rete, sono stati definiti i primi passaggi da compiere. Per ribadire il suo impegno, CNA dedicò all’argomento la propria Assemblea annuale del 2012 con una tavola rotonda che riunì gli interlocutori istituzionali del territorio regionale.
Il fare rete tra privati e istituzioni locali ha reso possibile passare dalle parole ai fatti. Individuata l’area artigianale che gode della vicinanza a una rete a fibre ottiche di LEPIDA, nel febbraio 2013 si è partiti per mettere a punto modi, tempi e costi dell’operazione che ha portato “in casa” delle imprese” la rete di comunicazione informatica e telematica di ultima generazione.
Sono stati fatti dei lavori per deviare la banda larga dalla dorsale principale parallela a via Lenin, all’interno dell’area artigianale. La fibra ottica transita dentro alle polifere dell’illuminazione pubblica già presente nella zona. Ogni impresa si è fatta carico di portare la linea ad alta velocità al proprio interno (si parla di una velocità di rete che permette scambio di informazioni in entrata e in uscita con una potenzialità di almeno cinquanta volte superiore rispetto alle normali connessioni ADSL) con costi assolutamente ridotti che si aggirano sui mille/millecinquecento euro. Un investimento che si recupera anche solo per l’aumento di valore “automatico” che hanno le aree dotate di questa nuova tecnologia.