Trend positivo nelle Marche e in provincia di Pesaro e Urbino
Il settore della nautica marchigiana, dopo anni di buio, sta tornando a una nuova primavera. Secondo gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi regionale della CNA, le imprese della nautica stanno ricominciando a macinare numeri interessanti nella crescita del settore del diporto e della manutenzione, il cosiddetto “refitting”.
Tra il 2009 e il 2018 il dato più importante nella dinamica del numero delle imprese attive del settore è quello della crescita delle produzioni di imbarcazioni da diporto e sportive che, nella provincia di Pesaro e Urbino, aumentano di ben 34 unità (il 49,3% in più rispetto al 2009).
Nel periodo analizzato il peso delle produzioni nautiche della provincia aumenta decisamente (+4,7%) per effetto soprattutto della crescita del peso ricoperto nella costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive (dal 62,2% del 2009 al 76,9% del 2018). All’opposto, la provincia perde peso nella costruzione di navi e strutture galleggianti e in tutte le attività di servizio direttamente legate alla nautica.
La distribuzione per comune delle unità attive
Nella provincia, è il polo di Fano a costituire il nucleo più importante del settore sotto il profilo della numerosità delle imprese, dove si concentra un elevato numero di imprese sia della produzione di imbarcazioni e strutture galleggianti (83 unità), sia della riparazione e manutenzione (27 unità). Seguono le realtà dei comuni di Mondolfo-Marotta (30 imprese), Pesaro (20 imprese), Cartoceto (14), Colli al Metauro (12) e Monte Porzio (10). Assieme, questi comuni ospitano 171 imprese su 221, pari a oltre i tre quarti del totale provinciale.
È comunque interessante osservare come le imprese del settore siano presenti – seppur in numero limitato – anche nelle aree interne: Pergola, San Lorenzo in Campo e Sassocorvaro; attività di riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni a Cagli e Frontone.
La crescita degli addetti
Secondo i dati forniti dall’Inail, tra il 2013 e il 2017, il numero dei lavoratori dipendenti delle imprese della nautica (della produzione e dei servizi di riparazione e manutenzione) è aumentato di oltre il 65%, passando da 709 lavoratori nel 2013 a 1.174 nel 2017, oltre 465 in più in soli quattro anni.
La crescita degli addetti del settore si concentra nelle piccole imprese più strutturate, la classe tra i 10 e 49 lavoratori, dove l’aumento dei lavoratori è del +138%; e nelle imprese di media dimensione, tra 50 e 249 lavoratori, dove la crescita è del 99%. All’opposto, nelle microimprese con meno di 10 lavoratori, l’occupazione cala di oltre il 15% a testimoniare non tanto le difficoltà delle microimprese del settore, quanto la loro crescita dimensionale e il loro passaggio alle classi superiori di dimensione.
Distribuzione dei lavoratori per classe dimensionale
Nell’area pesarese la distribuzione dei lavoratori per classe dimensionale delle imprese non risultava così differente da quella della provincia di Ancona come risulta, invece, nel 2017, allorché è evidente come le due aree abbiano percorso due diversi sentieri di crescita; mentre nella provincia di Ancona si è fatta molto forte la nautica delle medie dimensioni (grazie al ruolo dei cantieri di produzione di grandi navi passeggeri e a quelli di grandi imbarcazioni da diporto), nella provincia di Pesaro e Urbino si è rafforzata soprattutto la fascia di piccole imprese specializzate sia nella produzione di imbarcazioni sia nella manutenzione e riparazione.
Se si considera la distribuzione di imprese e lavoratori per fascia dimensionale, per le tre principali tipologie di attività: navi, barche da diporto e sportive, manutenzione e riparazione, nell’area pesarese sono attive quasi la metà delle imprese marchigiane che costruiscono navi (43,2%) e quasi la metà di quelle che fanno manutenzione e riparazioni (45,7%); in provincia opera invece la grande maggioranza (72,7%) delle imprese che costruisce imbarcazioni da diporto e sportive. Considerando i lavoratori impegnati, le proporzioni cambiano e l’area di Pesaro e Urbino si caratterizza per una netta specializzazione nella costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive (83,5% dei lavoratori). La costruzione di navi riguarda, nella provincia, il 34,8% dei lavoratori e la manutenzione e riparazione il 27,5%.
Le esportazioni
Fino al 2015, le esportazioni di navi e imbarcazioni realizzate nelle Marche hanno un trend fortemente oscillante influenzato dalle dinamiche dell’export della provincia di Ancona. Il dato del primo trimestre 2019, invece sottolinea che sono le esportazioni pesaresi di navi e imbarcazioni a trainare l’export regionale.
Le dinamiche annuali dell’export per le due province marchigiane protagoniste del settore mostrano ulteriori particolarità:
- la ripresa dell’export della provincia di Ancona è avvenuta due anni prima di quella pesarese. Fino al 2015 le dinamiche dell’export delle due province hanno cominciato ad oscillare in modo speculare l’una rispetto all’altra, accentuando il carattere di sostituibilità reciproca: quando una cresce, l’altra diviene stagnante o diminuisce.
- l’export complessivo risultante dalle due componenti territoriali mostra, sino al 2018, una tendenza decrescente: le oscillazioni continuano, ma sembrano smorzarsi e tendere a valori annuali inferiori.
- il dato del 2019 potrebbe contraddire tale tendenza e riportare l’export settoriale sui valori antecedenti la crisi.
La presenza sui mercati mondiali
Negli ultimi tre anni l’export pesarese di navi e imbarcazioni ha visto avvicendarsi ai vertici della graduatoria per ammontare annuale, Paesi sempre diversi: le Bermuda nel 2016 (con oltre 100 milioni di export), la Croazia (1,2 milioni) nel 2017; il Montenegro nel 2018 (8,6 milioni).
Ma il dato del primo trimestre 2019 aggiunge ulteriore variabilità al quadro delineato: ai Paesi già menzionati si aggiunge Cipro, verso il quale l’export pesarese ha superato i 175 milioni nel primo trimestre 2019.