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Negli ultimi dieci anni aumentano i reati contro le imprese e l’ambiente economico

In Italia, nel 2017, i reati commessi (delitti comunicati dalla polizia all’autorità giudiziaria) sono stati circa 2,4 milioni. Di questi, circa la metà erano reati contro il patrimonio (53,7%), il 10,4% atti vandalici/danneggiamenti e, a seguire i crimini contro l’economia (7,5%) e i crimini contro la persona (6,8%).

In un arco temporale di lungo periodo (decennio 2008-2017) il numero complessivo di crimini si è ridotto di circa 280mila unità (-10,3%) anche se le diverse tipologie di reati hanno sperimentato traiettorie differenti.

Da un lato, infatti, sono diminuiti i reati “tradizionali” (contro la persona e il patrimonio e gli atti vandalici); dall’altro sono aumentati i reati più sofisticati a danno dell’ambiente economico e/o propri della criminalità organizzata (riciclaggio, usura e traffico di stupefacenti).

I crimini contro la persona sono, insieme agli atti vandalici/danneggiamenti, la tipologia di crimine che ha sperimentato la maggiore diminuzione (-31,0%). I reati contro il patrimonio sono anch’essi diminuiti ma un ritmo decisamente meno importante (-9,9%).

 

Tra i crimini in aumento, l’incremento maggiore è stato registrato dai reati contro l’economia (+57,5%). In questa categoria, che non essendo associabile a condotte violente ha un minore impatto mediatico, rientrano reati che recano danno soprattutto alle imprese poiché la loro diffusione pregiudica fortemente la propensione all’imprenditorialità, all’investimento e, in definitiva, all’attrazione di investimenti esteri. Tra questi figurano infatti le truffe e le frodi informatiche, la contraffazione di marchi e dei prodotti intellettuali e la violazione della proprietà intellettuale.

I reati propri delle organizzazioni criminali sono aumentati invece del 18,7%. Tra questi si segnala in particolar modo l’incremento del riciclaggio (+50,7%).

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