Più agriturismi, bed and breakfast, servizi di alloggio e ristorazione, consulenti aziendali, servizi alle imprese e alle persone, aziende informatiche e di comunicazione. Meno imprese edili, agricole, calzaturiere e metalmeccaniche. Insomma perdono colpi i settori maturi e crescono le nuove professioni e le aziende innovative del terziario. Per il sistema produttivo marchigiano il 2016 è stato ancora una volta un anno difficile. A dimostrarlo i dati Movimprese elaborati dai Centri Studi Cna e Confartigianato Marche. Tra gennaio e dicembre hanno cessato l’attività 10.770 imprese e hanno aperto i battenti in 9.515, con un saldo negativo di 1.255 unità. Dopo due trimestri di crescita sono stati gli ultimi tre mesi dell’anno a presentare un conto pesante con un calo di 1.047 aziende, sul quale hanno sicuramente inciso i recenti eventi sismici che hanno colpito il sud della regione.
In Italia invece le imprese, per la prima volta dopo molti anni, sono tornate a crescere. Ne sono nate 363.488 contro 349.143 cessate, per un saldo positivo di 14.345 unità.
Il conto più pesante nelle Marche lo hanno pagato le imprese artigiane (-1.091) , quelle agricole (-632) edili (-526) e quelle del piccolo commercio (-355).
Nel manifatturiero sono scomparse 180 imprese, soprattutto nel calzaturiero (-116), nell’industria metallifera (-57) e nel legno (-32).
Si rafforzano invece alcune attività legate ai servizi più avanzati quali i servizi di informazione e comunicazione (+72 imprese), le attività finanziarie e assicurative (+18), le attività professionali e di consulenza (+53), quelle per servizi alle imprese ( +78 imprese), le attività artistiche e sportive (+20), della sanità e degli altri servizi sociali (+33 ).
“Nelle Marche” affermano i presidenti di Cna Marche Gino Sabatini e di Confartigianato Marche Valdimiro Belvederesi “crescono inoltre, le attività dei servizi legati alla ristorazione e al turismo (+55) a conferma dell’esistenza di una diffusa e crescente capacità di valorizzare il territorio e la sua cultura. Inoltre un forte contributo lo hanno dato i giovani imprenditori. Infatti un’impresa su dieci è stata avviata da under 35. Per i prossimi mesi pensiamo ad un rilancio delle attività edili, legato alla fase di ricostruzione delle aree colpite dal terremoto e riteniamo che occorra puntare con forza alle politiche di sostegno all’artigianato e alle piccole imprese che sono quelle in maggiore difficoltà. Sostegno al credito, all’internazionalzzazione e all’innovazione ma anche tutela del made in Italy e semplificazione burocratica”.
Il processo di ammodernamento e riorganizzazione del tessuto di imprese della regione traspare anche dal ruolo crescente delle forme giuridiche più innovative, come quelle delle società di capitali che aumentano di 1.087 unità mentre continuano a diminuire le imprese individuali (-1.835).
Disaggregando i dati sul territorio si registra un crollo del numero delle imprese nel fermano (-624) seguito dal maceratese (-218). Male anche Pesaro Urbino (-201) e Ancona (-185). Infine Ascoli Piceno perde solo 27 aziende