Per le imprese artigiane nel 2016 è proseguito il processo di selezione innescato dalla crisi globale del 2008. Alla fine dello scorso anno, infatti, il numero di imprese artigiane ha toccato il valore più basso degli anni Duemila (1.342.389) con una perdita di 15.811 unità rispetto al 2015 (-1,2%). Si tratta di dati assai preoccupanti: sono andate perse 43 imprese ogni giorno.
L’assottigliamento della base produttiva artigiana appare preoccupante anche perché giunge in un anno che ha offerto più di un motivo di soddisfazione per l’economia italiana. Nel 2016, infatti, oltre all’aumento del Pil (+0,8% secondo le ultime stime) e dell’occupazione (il +1,1% su base annua segnato a dicembre corrisponde a 242mila posti di lavoro in più rispetto allo stesso mese del 2015), è aumentato il numero complessivo delle imprese italiane registrate presso gli archivi delle Camere di Commercio (+41mila unità corrispondete a una variazione dello 0,7%).
L’analisi dei dati relativi all’artigianato per il periodo 2000-2016, rivelano che l’erosione della base produttiva artigiana è stata determinata dal calo delle nuove imprese. Nel 2016, infatti, le nascite nell’artigianato hanno registrato i valori più bassi dall’inizio degli anni Duemila sia in termini assoluti (82.995 imprese) che in percentuale dello stock delle imprese registrate(6,2%).
Anche le cessazioni sono diminuite, toccando i valori più bassi dall’inizio della crisi (98.806 imprese corrispondenti a un tasso di cessazione pari al 7,4%), ma non in maniera tale da compensare il crollo della natalità.
Ci troviamo dunque in una fase in cui le imprese reduci dalla crisi stanno consolidando la loro posizione sul mercato ma la base produttiva dell’artigianato continua a ridursi.
Le difficoltà dell’artigianato riflette ovviamente la sua composizione settoriale. I settori che maggiormente caratterizzano il comparto hanno infatti subito forti emorragie in termini di imprese. Tra questi le costruzioni (-2,0% pari a -15.809 imprese), le attività manifatturiere (-1,7% pari a 5.471 imprese), i trasporti (-2,1% pari a 1.928 imprese), che insieme rappresentano il 67,9% dell’artigianato.
Non mancano comunque settori nei quali il numero delle nascite ha superato quello delle cessazioni. Si tratta di settori dei servizi e, in particolare le altre attività di servizi, che ricomprendono i servizi per la persona (+0,5% pari a +864 imprese) e il Noleggio, le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+3,9% pari a +1.893 imprese).