Coinvolgere nella strategia europea “Dal produttore al consumatore” (From Farm to Fork) tutta la filiera agroalimentare: non solo l’agricoltura, ma anche le micro e piccole imprese dell’agroalimentare: produzione, trasformazione alimentare e ristorazione. Nel corso dell’audizione in Commissione Agricoltura, come CNA Agroalimentare abbiamo ricordato le difficoltà attraversate dal settore nei due anni di crisi legati alla pandemia. Molte le tematiche affrontate, dalle difficoltà di reperire manodopera qualificata, all’etichettatura e al nutriscore. E ancora: le indicazioni geografiche da valorizzare come vero know how. Importante, poi, lo snellimento delle procedure burocratiche a carico dei piccoli imprenditori e attenzione affinché l’emergenza legata al conflitto ucraino non spinga ad abbassare la guardia sul rispetto dell’ambiente.
Una strategia europea
Favorevoli all’adozione di una strategia “Dal produttore al consumatore” che valorizzi il cibo sano, promuova un’agricoltura sostenibile e allevamenti nel rispetto del benessere degli animali, abbiamo anche ribadito la necessità di un intervento coordinato in tema di tracciamento degli alimenti. A tal proposito abbiamo proposto l’adozione di un’etichettatura europea dei prodotti alimentari e ribadito la contrarietà al nutriscore. La corretta informazione al consumatore è la stella polare di qualunque strategia legata all’alimentazione, ma ciò non può avvenire a danno delle piccole realtà del settore che rischiano di essere soffocate dalla burocrazia. Ecco perché sollecitiamo la creazione, nell’ambito dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di un Centro europeo di ricerca per le proprietà nutrizionali degli alimenti.
Parola d’ordine: formazione
Al centro dell’audizione anche il tema della formazione: manca manodopera qualificata, conseguenza dell’emorragia di iscrizioni agli istituti tecnici, cui il PNRR ha stanziato 1,5 miliardi di euro, venti volte il finanziamento di un anno scolastico pre-pandemia. Vanno valorizzati i percorsi didattici e ne va stimolata la scelta; anche attraverso la comunicazione ai giovani di una corretta immagine delle figure professionali, soprattutto nei settori che più risentono della mancanza di personale.
Riduzione degli sprechi, guerra e approvvigionamento
Per ridurre gli sprechi alimentari, abbiamo sollecitato lo stanziamento di risorse da utilizzare per informazioni mirate e per l’adozione di linee-guida rivolte alle imprese, così da avviare percorsi virtuosi nella gestione delle eccedenze.
Per favorire la diffusione di competenze green, anche nell’ottica di una migliore gestione del ciclo dei rifiuti, la Confederazione si propone come punto di riferimento per sviluppare e diffondere soluzioni su misura: una sorta di “sportello unico” per le imprese in tema di sostenibilità.
L’attualità porta l’attenzione al conflitto ucraino che non deve essere un motivo per abbassare la guardia sul tema del rispetto dell’ambiente. Ecco perché oggi più che mai, la strategia “Dal produttore al consumatore” deve orientare le scelte politiche, a tutti i livelli.