Voglia d’impresa, per lasciarsi alle spalle la pandemia. È quella che emerge dal “Rapporto trend Marche”, realizzato da Banca Intesa Sanpaolo, CNA Marche e Confartigianato Marche, con la collaborazione della Università Politecnica delle Marche e dell’Università “Carlo Bo” di Urbino. Secondo l’indagine, presentata ad Ancona, nel 2021 sono state 8.289 le nuove imprese che si sono iscritte all’Albo della Camera di Commercio delle Marche mentre in 7.450 hanno cessato l’attività, con un saldo positivo di 839 aziende. Alla fine del 2021 le imprese in attività nelle Marche erano 145.609. A trainare la crescita del numero delle imprese sono i servizi e il terziario, con l’eccezione del commercio che perde 332 imprese. Buone notizie, dopo diversi anni trascorsi in territorio negativo, anche per le attività artigiane. “La pandemia – ha dichiarato il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – ha condizionato profondamente la crescita, con contraccolpi significativi sul tessuto economico marchigiano, impedendo di fatto una incisiva progettualità. Stiamo ora assistendo a una fase nuova, con segnali di miglioramento. La Regione ha ricominciato a guardare oltre la pandemia, cercando di usufruire delle possibilità offerte dal Pnrr, avviando azioni e predisponendo bandi in vari settori. Resta la forte preoccupazione determinata dagli elevati costi per l’energia; fattore questo che rischia di innescare un circolo vizioso: dall’energia al caro per le materie prime, fino al prodotto finale, con conseguente crescita dell’inflazione. Per questo serve un forte intervento da parte del Governo, da noi già sollecitato in sede di Conferenza Stato-Regioni”. “La sfida della competitività – ha concluso il presidente Acquaroli – richiede una visione d’insieme, complessiva e totale del Sistema Marche. Ognuno è chiamato a fare la propria parte, dalle categorie produttive, ai soggetti delegati alla elaborazione e progettazione di strategie a supporto dello sviluppo dell’economia. Lavorando insieme e in sinergia si può vincere”.
“Nell’anno che si è appena concluso” hanno affermato i presidenti di CNA Marche, Paolo Silenzi, e di Confartigianato Marche, Emanuele Pepa “si sono iscritte al sistema camerale 2.598 imprese dell’artigianato contro 1.206 cancellazioni, con una crescita di 1.392 aziende. Si tratta di un forte segnale di fiducia verso il futuro, sul quale grava però l’incognita dell’inflazione, che ha superato il 4 per cento e che, se non torna sotto al 2 per cento, rischia di provocare una frenata dei consumi interni. A risentirne, sarebbero soprattutto le 42.711 aziende artigiane in attività e le micro e piccole imprese che agiscono prevalentemente sui mercati locali e nazionali”.
Imprese delle Marche, in aumento le assunzioni.
Negli ultimi dodici mesi anche il numero degli addetti occupati nelle imprese marchigiane è aumentato. Secondo i dati della Camera di Commercio, in un anno gli addetti sono cresciuti di 8.070 unità, passando da 484.974 a 493.044. Ad assumere di più sono state le imprese del settore manifatturiero (+2067), le aziende edili (+2050), i servizi di supporto alle imprese (+1.761) e i servizi di alloggio e ristorazione (+1.306).
Crescono i ricavi, calano gli investimenti.
Secondo Trend Marche i ricavi delle microimprese marchigiane sono aumentati del 22 per cento rispetto al 2020, tornando ai livelli del 2019 precedenti la pandemia. I ricavi delle imprese conto terzi aumentano del 10 per cento mentre i ricavi esteri salgono del 31 per cento ma nel calcolo dei ricavi complessivi incidono poco meno del 10 per cento, mentre il conto terzi incide per il 30 per cento.
“Continuano invece a diminuire – ha commentato Ilario Favaretto dell’Università “Carlo Bo” di Urbino – gli investimenti delle microimprese marchigiane a testimoniare la prudenza che accompagna la crescita delle imprese, in attesa di capire cosa sarà della pandemia nel 2022 e se riusciremo a riprendere una vita senza restrizioni e limiti per i cittadini e per le aziende. In leggera ripresa la spesa per i consumi, anche se non è ancora tornata ai livelli prepandemici. Le sorprese arrivano dai settori manifatturieri. L’incremento più deciso dei ricavi è stato fatto registrare dall’abbigliamento e dal calzaturiero mentre la meccanica evidenzia una crescita modesta e il mobile evidenzia un ulteriore calo dei ricavi”.
Portare l’innovazione nelle piccole imprese.
Il Magnifico Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gianluca Gregori, ha annunciato “la realizzazione di una indagine empirica sull’innovazione nelle piccole imprese, per verificare quali innovazioni hanno introdotto, le difficoltà incontrate, gli investimenti necessari e le problematiche legate all’accesso ai bandi. L’obiettivo? Quello di individuare interventi utili da parte delle associazioni di categoria, del sistema creditizio e delle istituzioni per favorire processi di diffusione dell’innovazione nelle filiere territoriali del sistema produttivo”.
Innovazione e sostenibilità per agganciare la ripresa. Il ruolo di Intesa Sanpaolo.
“Stiamo attraversando – ha dichiarato il direttore commerciale retail Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, Vincenzo De Marino – una fase cruciale per conseguire una ripresa strutturale e diffusa: occorre un impegno comune per creare un ecosistema in grado di supportare gli investimenti in innovazione delle aziende regionali, in particolare verso gli asset di sviluppo cui la pandemia ha impresso la maggiore accelerazione. Un pieno recupero della competitività non potrà che poggiare su due pilastri: innovazione e sostenibilità. Da parte nostra siamo impegnati nel continuare a garantire sostegno alla liquidità e nell’aiutare le imprese di ogni dimensione a pianificare il futuro: ad investire cioè in innovazione, digitalizzazione e transizione ecologica. Anche rispetto alle filiere occorre un loro rafforzamento in chiave innovativa. Intesa Sanpaolo ha dato vita nel 2015 ad uno specifico Programma Sviluppo Filiere che sostiene gli investimenti delle piccole imprese consentendo loro di ottenere un migliore accesso al credito grazie alla forza del capofiliera: nelle Marche ad oggi sono attivi 21 accordi di filiera con il coinvolgimento di circa 350 imprese fornitrici”.
Nel 2022 l’economia marchigiana ai livelli pre Covid
“L’economia marchigiana – secondo Giovanni Foresti, della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo – è attesa tornare ai livelli pre-covid già nel corso del 2022. Il recupero sarà quasi generalizzato e guidato da meccanica, elettronica, sistema casa, costruzioni e agro-alimentare. Le uniche eccezioni sono il sistema moda e il turismo, ovvero i settori più colpiti dalla pandemia. Il quadro delineato non è privo di rischi: tra le principali criticità che le imprese marchigiane devono affrontare emerge il tema degli approvvigionamenti e, in particolare, dei rincari delle commodity. I servizi, in primis il turismo, risultano invece maggiormente penalizzati dalle restrizioni imposte dalla pandemia. Ci sono le condizioni per il rilancio del tessuto economico marchigiano negli anni, unici e irripetibili, del Pnrr. Sarà però fondamentale riuscire a far leva sui punti di forza di questo territorio, come la vocazione manifatturiera e la propensione all’export e cogliere le opportunità offerte dalla transizione digitale e green, superare alcune fragilità come l’ancora eccessiva frammentazione del tessuto imprenditoriale e la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro”.