«L’atto di nascita della nuova realtà comunale unica deve essere accelerato rispetto alle previsioni attuali. E l’idea di unione, anziché di fusione, rischia di rappresentare un passo indietro sostanziale rispetto alla volontà espressa dai cittadini attraverso il referendum». Lo ha detto il direttore della Cna di Pescara, Carmine Salce, intervenuto ieri pomeriggio all’Aquila ai lavori della commissione “Bilancio, Affari generali e istituzionali” del Consiglio regionale, dedicati alla discussione dei tre progetti di legge riguardanti l’istituzione del Comune di Nuova Pescara. Salce è intervenuto all’incontro con altri sostenitori del progetto di unificazione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, ovvero il dirigente di Confindustria Chieti-Pescara, Teodoro Ivano Calabrese, ed al presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio.
Ai componenti della commissione, Salce ha ricordato il vasto consenso popolare al progetto, espresso attraverso il referendum consultivo del 2014, ha sottolineato come da data fissata per l’atto di nascita del nuovo Comune dai due disegni di legge presentati dalla maggioranza (il terzo è del Movimento 5S, ndr) sia fissato in una data troppo lontana, l’1 gennaio del 2019. «A nostro avviso – ha affermato – la data della fusione va considerata come un punto di partenza della nuova programmazione». Critico, il direttore della Cna, anche su un altro passaggio: quello previsto – sempre nei testi di maggioranza – attraverso il tortuoso percorso dell’unione, perché «può vanificare quanto fatto fino ad ora per il raggiungimento dell’obiettivo principale».
A preoccupare Salce, infine, è l’atteggiamento assunto all’interno di alcuni consigli comunali interessati, improntato a scarsa collaborazione: «Senza la previsione di un obbligo specifico e di relative sanzioni, si rischia di contravvenire a quanto manifestato dalla volontà popolare».