“Il nuovo codice appalti offre molte opportunità: sediamoci attorno ad un tavolo e vediamo come le nuove norme possano produrre effetti concreti sul nostro territorio. Occorre che tutti insieme lavoriamo per lo sviluppo della comunità, nessuno si senta escluso. Certamente le piccole imprese edili e le loro associazioni sono un interlocutore importante”. Così Simone Borsari, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bologna, intervenendo al convegno organizzato da CNA Bologna dal titolo “Il nuovo codice appalti e l’impatto che avrà sulle imprese”.
Entrando nel merito di alcune nuove norme, Borsari ha spiegato che sarà importante aprire “una interlocuzione sul tema della territorialità negli appalti”, ovvero ragionare su norme che valorizzino l’appartenenza al proprio territorio nel momento in cui si partecipa ad una gara d’appalto. Così come al nuovo principio della rotazione che potrebbe garantire più concorrenza e più possibilità di partecipazione alle gare d’appalto.
Le piccole imprese edili, e CNA con loro, da sempre lamentano come le gare d’appalto non siano a misura di Pmi. Dai dati emersi dall’osservatorio CNA sugli appalti risulta che solo il 12% del mercato degli appalti pubblici è accessibile alle microimprese. Una soluzione che le potrebbe favorire è quella della suddivisione in lotti dell’appalto. Ebbene a livello nazionale solo il 10% dei bandi prevede la suddivisione in lotti, otto bandi su dieci non motivano le ragioni del mancato frazionamento, solo il 3% dei bandi prevede clausole di territorialità.
Bologna come si colloca in questa classifica? Alcune “voci” sono peggiorative: nel capoluogo emiliano meno del 10% dei bandi sono suddivisi in lotti. Altre invece sono migliori rispetto alla media nazionale: a Bologna nove stazioni appaltanti su dieci rispettano gli obblighi di pubblicazione della documentazione di gara, otto su dieci motivano la mancata suddivisione in lotti, l’80% dei bandi ha norme specifiche per i consorzi artigiani.
“È vero – conferma Borsari – la suddivisione in lotti è un tema delicato e non solo a Bologna. La celerità richiesta anche dal Pnrr ci costringe spesso a preferire un interlocutore unico, indubbiamente questa scelta porta risparmi di tempo e semplificazione organizzativa per l’amministrazione. Però Bologna è in cima alle classifiche della trasparenza, noi siamo sempre attenti a motivare le ragioni del frazionamento o del mancato frazionamento. Siamo i primi in Italia come pubblicazione dei contratti di subappalto dei fornitori”.
“Il Comune di Bologna, dunque, dà un parere positivo sul nuovo codice appalti entrato in vigore a luglio – conclude Borsari – Le sue novità non hanno portato rallentamenti significativi, oltre alla fisiologica necessità di approfondire le rilevanti novità ed adeguare gli atti di gara. Ora possiamo ragionare insieme su come applicarlo al meglio anche a Bologna, con regole chiare e procedure più veloci, sempre attenti alla tutela della qualità e della sicurezza del lavoro. E voglio complimentarmi con la Confederazione per come è riuscita a convincere il legislatore ad inserire la norma che prevede la specificità dei consorzi artigiani nel codice appalti”.
“È vero, è stata una grande vittoria per CNA – ha confermato Enzo Ponzio, presidente CNA Costruzioni nazionale – Accogliamo con entusiasmo i tre nuovi principi del codice appalti: il risultato, la fiducia e l’accesso al mercato. Così come le norme che tutelano i mercati locali e la pluralità dei mestieri edili coi loro contratti. Purtroppo, non è stata accolta la nostra proposta di mantenere il limite del subappalto, un subappalto senza limiti può portare gravi rischi”.