Fino a ieri hanno lavorato solo per il fisco. Oggi cominciano a produrre per sé e le proprie famiglie le imprese romane, che arrivate al 261° giorno del 2015 possono finalmente soffiare le candeline del tanto atteso del Tax Free Day. La fetta della torta, quest’anno, è un po’ più grande, grazie agli 11 giorni di sconto recuperati sull’anno scorso, quando il Tax Free Day cadeva il 272° giorno dell’anno.
La buona notizia è stata festeggiata con le imprese dalla Cna di Roma, che per il terzo anno ha celebrato l’evento con una torta simbolica e un brindisi.
L’iniziativa è stata anche un’occasione per fare il punto sul peso del fisco sulle casse delle imprese, grazie ai dati forniti dall’Osservatorio permanente della tassazione sulle pmi curato da Cna nazionale che ha preso in esame un’attività-tipo: un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto.
Di buono c’è che nel 2015 pagherà 3.856 euro in meno di Irap, scesa del 55% (al 4,82%) per effetto della riduzione sia nel 2014 che nel 2015. Una flessione evidente nel Lazio, dove l’aliquota pesava più che altrove.
Nel 2016, poi, il carico dovrebbe alleggerirsi di ulteriori 2.700 euro: a tanto ammonta la tassa sui rifiuti pagata quest’anno dall’impresa tipo sui 350 mq di laboratorio, che dovrebbe essere azzerata l’anno prossimo. Il Campidoglio dovrà infatti adeguare il regolamento sui rifiuti alla legge nazionale, introducendo la totale esclusione dalla tariffa per i locali dove si producono esclusivamente rifiuti speciali, accogliendo la richiesta della Cna di Roma.
Un fardello che, restando a terra, potrebbe far risparmiare oltre un mese: se non ci saranno ulteriori aumenti su altre voci, il Tax Free Day, infatti, cadrà l’anno prossimo intorno a fine agosto.
Ma la Capitale resta comunque tra le ultime ad arrivare quest’anno al giorno della liberazione, dietro solo a Reggio Calabria e Bologna. E questo perché, se dello sconto hanno beneficiato anche le imprese delle altre regioni -essendo legato all’Irap- la zavorra delle imprese romane resta il fisco locale (36,3%). Seppure, anche su questo aspetto, un alleggerimento c’è stato: era al 43,8% l’anno scorso (-7,47%).
Ecco nel dettaglio i dati che vanno letti con una premessa: le proiezioni sul 2015 sono state effettuate da Cna nazionale sulla base delle aliquote del 2014. Dunque senza ipotizzare eventuali variazioni intervenute successivamente ai calcoli.
Restando sulla tipologia di impresa suddetta, si parte da 431mila euro di ricavi. Tolti costi per macchinari, stipendi per 4 operai, un dipendente e altre spese, il suo reddito arriva a 50mila euro, prima delle imposte deducibili. Dopo, il conto precipita a 14.154 (era a 17.139 nel 2011). Circa metà (36,3%) del reddito finisce nelle casse di Comune e Regione (14.098 euro solo per Imu, Tasi e Tari). Se si aggiungono tasse e imposte versate allo Stato, complessivamente due terzi finiscono al fisco.
Ma perché la Capitale continua a ricoprire i primi posti in classifica? Per l’aumento dell’imposizione comunale, che tra il 2011 e il 2012 ha corso più della media nazionale. Aumento confermato anche tra il 2013 e il 2014 (intorno al 37%).
Prendiamo le imposte sugli immobili: a Roma l’impresa tipo pagava poco meno di 3 mila euro di Ici nel 2011, e circa 7.100 euro di Imu e 750 euro di Tasi nel 2014, applicate entrambe ad aliquota massima. Un aumento così elevato anche per via dell’aumento del valore catastale degli immobili strumentali usati dall’impresa. A conti fatti, Imu e Tasi pesano da sole per il 15,7% (+9,8% rispetto all’anno prima).
Solo per i rifiuti, come già ricordato, l’impresa tipo ha pagato complessivamente (dal 2011 al 2014) il 240% in più del dato medio nazionale: solo l’anno scorso, 6.241 euro, un po’ meno (170 euro) dell’anno prima.
Mettendo insieme Imu, Tasi e Tari sugli immobili strumentali si arriva ai suddetti 14.098 euro. Nel 2015 solo per Imu più Tasi le imprese pagheranno il 62,6% in più del 2011. Per la Tari l’8,8% in più.
Venendo invece alle addizionali locali, quella Irpef regionale aumenterà del 13% nel 2015 (circa 80 euro in più per l’impresa individuale presa come esempio) e quella comunale dell’11% (33 euro).
“Ci auguriamo che l’amministrazione comunale rispetti gli impegni assunti adeguando il regolamento sui rifiuti: sarebbe una boccata d’ossigeno per le imprese e la Capitale potrà finalmente avvicinarsi ad altre importanti realtà metropolitane italiane” così Erino Colombi, presidente Cna di Roma.