olio di Palma, gli Artigiani fanno il punto 

interrogato sull’utilizzo dell’olio di palma il presidente di Cna Agroalimentare Mirco Della Vecchia, cioccolatiere fa il punto

 

Partiamo da analizzare subito la prima qualità che deve avere un alimento ovvero ” non deve far male ” . Ma l’olio di Palma fa male ?

 

Potrebbe per il suo quantitativo in acidi grassi saturi. In generale, quest’ultimi sono correlati ad un aumento del rischio cardiovascolare e possono influenzare sia il livello di colesterolo totale che quello di LDL, il “colesterolo cattivo”. a tal proposito e bene citare quanto scritto sul sito dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA):“ vi sono buoni motivi per ritenere che maggiori assunzioni di grassi saturi e grassi trans portino ad un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, il che può contribuire all’insorgenza di cardiopatie.” Quindi potremmo senz’altro dire che l’assunzione di Olio di Palma in modo sistematico all’interno della dieta può senza dubbio far male, soprattutto a mio avviso nella problematica del Diabete infantile. Va detto però in sua difesa che molti sono i grassi che assunti in modo sistematico e talvolta eccesivo fanno male alla salute.

Dobbiamo poi mettere in conto la deforestazione vero tallone di achille della produzione di olio di Palma E quindi che fare? .

Il grasso di Palma prima ancora che per le sue caratteristiche qualitative ( che come abbiamo capito sono scarse ) e impiegato per il costo molto basso, e ovviamente le aziende che producono prodotti di prima fascia non possono di certo avere costi delle materie prime alti.

Prendiamo ad esempio la Nutella, un prodotto che da cioccolatiere conosco molto bene, tutti siamo orgogliosi della nutella in quanto motore di traino dell’export italiano, non vi e paese nel mondo che non abbia negli scaffali dei supermarket la famosa crema piemontese, ma detto questo la stessa e fatta in buona parte da grasso di Palma, chiediamoci il perché, il motivo può essere solo riconducibile ai costi di produzione che per un industria di tale livello devono essere minimi.

Sarebbe bello vedere una ” nutella ” fatta solo  con grassi nobili, quali il grasso di nocciola, l’olio di oliva, o ancor meglio l’olio di cocco che recenti studi hanno dimostrato essere un plus della dieta L’olio di cocco ha proprietà antivirali, antibatteriche, antifungine e antimicrobiche. In particolare, l’acido laurico che lo compone contribuisce a combattere malattie come herpes, influenza senza contare l’ottimo apporti di vitamina E. C’e quindi da chiedersi prima ancora di analizzare l’olio di palma il perché del suo utilizzo e l’unica risposta a tale questo e il prezzo, usare come abbiamo visto olio di cocco o olio di oliva ha costi esobitanti e solo aziende di primo livello attente alla salute dei consumatori e che producono prodotti ad alto valore aggiunto possono permettersi. Gli artigiani in particolare spesso non sono governati dalla logica del prezzo, in quanto un prodotto artigianale per sua natura intrinseca costa più di un prodotto industriale, costi di manodopera costi e poche economie di scala fanno si che il prodotto Artigianale costi più del prodotto industriale, e per questo l’unica possibilità che ha un artigiano di competere nel mercato e quella di elaborare prodotti dall’alto valore aggiunto che gli permettano di essere competitivo con un costo che sarà naturalmente più alto. In sintesi non vi e motivo per un artigiano di usare olio di Palma e qualora lo facesse, da presidente mi sento di consigliargli altre strade più salutari, più rispettose dell’ambiente e di certo più vantaggiose in termini economici. Riprendo un concetto di mio padre che spesso mi diceva da bambino ” chi più spende meno spende “, e proprio vero anche per i prodotti alimentari, spendere qualche euro in più al kg per un grasso migliore, nel lungo periodo rappresenterà maggiori guadagni e clienti sempre più soddisfatti.

EFSA: NELL’OLIO DI PALMA SOSTANZE PERICOLOSE?

L’Autorità che ha sede a Parma in uno studio mette in evidenza la pericolosità in particolare per bambini e adolescenti. 

l dibattito sull’olio di palma si arricchisce di un nuovo capitolo che non farà certamente molto piacere ai grandi utilizzatori e trasformatori di questo grasso alimentare. L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma, ha infatti reso noti i risultati di un studio molto atteso dal quale emerge che i contaminanti a base di glicerolo presenti nell’olio di palma danno adito a potenziali problemi di salute soprattutto per i consumatori delle fasce d’età giovanile, ma anche per quelli che in età adulta che ne consumino “forti” quantità. Anche le margarine, secondo l’Efsa, avrebbero gli stessi problemi. L’Autorità ha analizzato i glicidil esteri degli acidi grassi (GE), il 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), il 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Queste sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C), sottolineando la loro pericolosità in particolar modo per bambini e adolescenti.

– Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiederà al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis di avviare con urgenza l’esame del parere Efsa pubblicato sull’olio di palma, al fine di valutare l’eventuale necessità di procedere all’adozione di misure, anche in via precauzionale, finalizzate alla tutela della salute dei cittadini europei. Per i deputati del Movimento 5 stelle che siedono nelle Commissioni Ambiente e Agricoltura del Parlamento “il Governo deve mettere in campo tutte le azioni necessarie per fermare i rischi legati all’assunzione dell’olio di palma, anche valutando uno stop della vendita sul mercato italiano, in quanto l’olio di palma contiene tre sostanze tossiche, di cui una genotossica e cancerogena (il 3-Mcpd), che si forma durante la raffinazione degli oli vegetali e presente in misura maggiore proprio nell’olio di palma che ne contiene ben 70 volte in più rispetto all’olio d’oliva”.