I prezzi dell’olio di oliva extravergine all’origine in Italia sono in continua ascesa ormai dalla prima settimana di settembre, mentre negli ultimi tempi sono invece quasi del tutto fermi i valori sui mercati all‘ingrosso. Questo perché, se nello scorso mese di ottobre la Commissione Europea aveva spronato le borse merci italiane – rendendo noto come la produzione di olio d’oliva 2022-2023 nei Paesi Ue sarebbe diminuita del 25% sul 2021-2022 -, nelle ultime settimane ha ripreso quota il peso delle giacenze, che in Italia sono oggi – per l’extravergine italiano – maggiori del 49% rispetto ad un anno fa e cresciute di oltre 9mila tonnellate solo tra settembre e ottobre 2022.
I mercati all’origine invece continuano la loro corsa al rialzo: spinti dalla necessità di coprire gli aumenti dei costi di molitura in frantoio e dalla oggettiva scarsità di olio nuovo, fattore quest’ultimo che in qualche modo consente di tentare di recuperare i maggiori costi con le maggiorazioni di prezzo. Un meccanismo che, anche se in fase di rallentamento, non si è ancora esaurito.
Mercati all’origine in aumento
Il prezzo medio nazionale dell’olio d’oliva extravergine all’origine registrato da Ismea nella seconda settimana di novembre 2022, risulta attestato a 5,68 euro al chilogrammo, in aumento del 2,3% sulla settimana precedente.
Come risulta chiaramente dal grafico gli aumenti si susseguono incessanti dalla prima settimana di settembre.
L’incremento rispetto all’ultima rilevazione Ismea, relativa alla terza settimana di ottobre 2022 – è pari al 4,8%. Alla seconda settimana di novembre, il livello dei prezzi medi all’origine si rivela più elevato di un anno fa del 33,4%.
Le quotazioni Ismea dei prezzi medi per piazza degli oli di olive extravergine rilevate nella serata di ieri, 15 novembre 2022 – che di seguito si espongono in tabella – confermano l’andamento positivo dei prezzi di mercato.
Andamento prezzo medio olio Evo in Italia alla seconda settimana di novembre 2022 –
Scarica la tabella dei prezzi in formato pdf andamento-prezzo-medio-olio-evo-in-italia-alla-seconda-settimana-di-novembre-2022
(Fonte Ismea)
Si notano nell’ultima settimana notevoli rialzi dei prezzi di oli Dop e non Dop sulle principali piazze della Sicilia, con l’eccezione di Ragusa, che invece permane stabile, ma su valori elevati per la Dop. Importanti rialzi anche sulla piazza di Bari, mentre il resto delle piazze pugliesi ostenta stabilità, se pure su valori in media elevati, con le piazze del Salento che toccano i 5,65 euro al chilogrammo, poco sotto la media nazionale. Mancano invece nel listino gli oli Evo della Calabria, ad eccezione delle Dop, che pure risultano con valori aumentati di 0,10 euro al chilogrammo tra il 17 ottobre ed il 7 novembre. Sostanziale stabilità su valori alti per gli oli del Nord e del Centro Italia, ad eccezione di lievi ribassi sulle principali denominazioni della Toscana.
Giacenze di Evo al 31 ottobre 2022 maggiori del 49% sul 2021
Secondo Frantoio Italia numero 10/2022, redatto dall’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari e pubblicato dal Masaf, Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, lo scorso 9 novembre 2022, al 31 ottobre scorso in Italia c’erano “216.388 tonnellate in giacenza” di oli d’oliva “con incremento dello 0,5% rispetto al 30 settembre scorso (215.327 tonnellate)”.
Lo stock di olio detenuto in Italia il 31 ottobre 2022 per il 77% è rappresentato da olio extra vergine di oliva. “Nell’ambito dell’olio Evo, il 57,7% è di origine italiana (96.194 tonnellate) – sottolinea Frantoio Italia – il prodotto di origine Ue rappresenta il 35,2%. Marginali sono gli stock di olio extra Ue e di oli blend”. In particolare, le giacenze di olio Evo italiano sono superiori a quelle di un anno fa del 49%, mentre gli oli d’importazione Ue, con una consistenza di 61.676 tonnellate, sono al di sotto del 4,8% rispetto al 31 ottobre 2021. Le giacenze di ottobre inoltre, risultano cresciute rispetto a settembre di 9.011 tonnellate (+10,33%).
Borsa Merci Bari, Olio Evo a 6,30 euro sui massimi
Ieri mattina, 15 novembre 2022, la Commissione Olio della Borsa Merci di Bari ha quotato l’olio extravergine di oliva con acidità massima titolata in acido oleico dello 0,4%, nuova produzione, fissandolo – alle condizioni di franco partenza arrivo e Iva esclusa – a 6,00 euro al chilogrammo sui minimi ed a 6,30 euro sui massimi, terza quotazione della produzione della campagna commerciale 2022-2023. Tali valori – stabili sulla precedente seduta dell’8 novembre scorso, risultano in aumento di 0,10 euro sui massimi rispetto al 25 ottobre scorso. La Commissione Olio della Borsa Merci barese dal 21 giugno non ha più quotato l’olio extravergine di oliva con acidità massima titolata in acido oleico dello 0,8%.
La Commissione Olio il 15 novembre 2022 ha fissato i prezzi dell’extravergine biologico a 6,20 euro al chilo sui minimi e 6,40 euro sui massimi, stabile sulle quotazioni dell’8 novembre scorso, ma in crescita di 0,20 euro rispetto al 25 ottobre. Quotati per l’ultima volta il 25 ottobre scorso gli Oli Extravergine di Olive Dop Terra di Bari e l’Olio Extravergine Puglia Igp. Vale la pena ricordare che in quella data il Dop Terra di Bari, e il Puglia Igp erano entrambi quotati ad un valore unico di 5,80 euro al chilogrammo, prezzo fermo sullo stesso valore del 18 ottobre scorso.
Borsa Merci Milano stabile da un mese
Ieri, 15 novembre 2022, tutti gli oli extravergini di oliva sulla piazza di Milano hanno confermato i prezzi delle precedenti sedute del 25 ottobre e dell’8 novembre scorso. In pratica i prezzi sono fermi dalla seduta degli ultimi rialzi, quella del 18 ottobre. In Borsa Merci Milano, l’extravergine italiano si conferma a 5,70 euro al chilogrammo sui minimi ed a 5,90 euro sui massimi, gli stessi prezzi del 18 ottobre, che erano in aumento di 0,20 euro al chilo sull’11 ottobre.
L’olio extravergine di oliva di importazione comunitario, sempre il 15 novembre 2022, è stato nuovamente fissato a 4,92 euro al chilogrammo sui minimi ed a 5,15 euro sui massimi, stabile su questi valori dal 18 ottobre, quando invece era in aumento sulla seduta dell’11 ottobre 2022 di 0,10 euro al chilo, ma solo sui massimi. Il 15 novembre l’olio extravergine biologico nazionale si conferma a 6,10 euro al chilogrammo sui minimi ed a 6,20 euro sui massimi, stabile dal 18 ottobre, quando invece aveva conseguito un aumento di 0,15 euro al chilo sull’11 ottobre.
Anche l’olio extravergine biologico di importazione comunitario in pari data a Milano conferma gli stessi valori del 18 ottobre quando era aumento di 0,15 euro: 5,30 euro al chilogrammo sui minimi e 5,40 euro sui massimi.
Rilevazione settembre 2022
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Secondo l’AIFO Associazione Italiana Frantoiani Oleari a noi associata, per mezzo del suo Presidente Elia Pellegrino, la situazione reale spesso non è proprio come descritta e riportata sui bollettini settimanali di rilevazione delle Borse Merci. Prendendo a riferimento la Borsa merci di Bari, Borsa di riferimento del Sistema oleario nazionale, nella settimana in corso si quota l’extravergine Min €. 6.10 max €. 6.30 per merci di qualità top. La realtà dei fatti è che i frantoiani non riescono a spuntare quotazioni superiori a €. 5.80/5.85 kg per merce di prima scelta dal mercato dell’ingrosso , animato da quei pochi compratori che si palesano sul Mercato del Nord barese. Nasce spontanea quindi la domanda del perchè si quoti così in alto e chi si avvantaggi direttamente o indirettamente da questa situazione. Una cosa è certa, il frantoiano posto al centro della filiera, colui il quale compra le olive dagli agricoltori e vende l’olio sfuso alle aziende di commercio e confezionamento, è stato lasciato solo e patisce una forte penalizzazione da questa situazione sia dal basso che dall’alto della filiera stessa. Situazione questa che non potrà durare ancora a lungo vista la forte passività che ne consegue con cadenza giornaliera.