Dal 7 agosto ’16, gli imprenditori de Comune di Ancona potranno finalmente cominciare a destinare i guadagni aziendali alla loro famiglia. Per ben 220 giorni, i loro guadagni sono stati destinati invece al fisco, ne restano 145 per guadagnare per se stessi.
Lo dice l’indagine dell’Osservatorio Permanente Cna sulla tassazione delle piccole imprese, che ha analizzato un totale di 124 comuni italiani, a partire da tutti i capoluogo di regione e di provincia.
L’annuncio del tax free day ad Ancona è stato celebrato nel corso di una conferenza stampa promossa dalla Cna, con tanto di torta a tema. D’altra parte, è un giorno veramente importante e liberatorio anche se, in sostanza, sancisce che un imprenditore, per guadagnare per sé e la propria famiglia, deve praticamente lavorare quando gli altri vanno in ferie.
Presenti il direttore provinciale Cna Massimiliano Santini, il responsabile sindacale Marzio Sorrentino, il segretario area vasta Ancona Andrea Cantori e la presidente Cna Ancona Loredana Giacomini che hanno spiegato come questo giorno, puramente teorico, è stato definito considerando il peso fiscale complessivo sul reddito dell’impresa e facendo una proporzione media su quanto questo pesa sull’intero anno. Tale proiezione viene calcolata prendendo in esame un’impresa tipo, che ha le stesse caratteristiche della maggior parte di imprese che compongono il tessuto imprenditoriale del territorio di riferimento della Cna provinciale di Ancona: piccola impresa con 4 operai più un impiegato, circa 430mila euro di ricavi, 50mila euro di reddito. A questi 50mila vanno tolte tasse, tributi ecc.. Alla fine dei conti, ne resteranno circa 20mila.
Le proiezioni anno 2016 fanno emergere una situazione di grande peso fiscale sulle imprese e un total tax rate medio del 61%, con gravi picchi in alcuni comuni che si avvicinano o superano il 70% del reddito destinato al pagamento di imposte e contributi.
Ad Ancona il total tax rate è pari al 60% e il capoluogo si piazza al 57° posto su 124 comuni analizzati. Il 42% del reddito di un’impresa tipo di Ancona, se ne va in tasse statali, il 7% in tasse regionali, l’11% in tasse comunali. Reddito disponibile: 40%, quei circa 20mila di cui sopra.
Il livello di pressione fiscale in Italia resta intollerabile: 19,4 punti in più della media europea.
La Cna ritiene indispensabile andare verso una riduzione consistente della pressione fiscale capovolgendo la tendenza a trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli.
Sono 10 le proposte avanzate dalla Cna, tra le quali: deducibilità dal reddito d’impresa dell’Imu sugli immobili strumentali; riduzione della tassazione attraverso l’utilizzo delle risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione; redistribuzione del gettito derivante dalla tassazione sugli immobili adeguando i valori catastali ai valori commerciali; agevolazione del passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti.