Si è conclusa ieri a Roma Welfair- La fiera della Sanità, che riunisce i vertici della governance sanitaria, delle società scientifiche e delle grandi aziende di tecnologie medicali; un appuntamento nazionale, dunque, tra tutti gli stakeholder della sanità, volto a rafforzare ed integrare il SSN.
In un unico padiglione, un ricco programma convegnistico e un’ampia area espositiva in cui aziende, startup, istituzioni e professionisti hanno presentato le tecnologie più avanzate e i servizi più innovativi incentrati su cittadini, operatori e strutture sanitarie.
Inoltre, decisori pubblici e privati, professionisti e rappresentanti dei diversi livelli della governance istituzionale si sono incontrati sui temi cruciali della sanità, mettendo a confronto competenze, conoscenze e esperienze per l’elaborazione di soluzioni innovative e concrete.
Al loro fianco società scientifiche, categorie professionali e aziende hanno dato un approfondimento verticale e specialistico al centro del dibattito sanitario, nei congressi e negli incontri in programma nei tre giorni di evento.
In particolare, il Presidente di CNA Sanità, Wladimir Fezza, il 6 novembre ha partecipato, in qualità di relatore, al panel “Payback: la necessità di continuare il dialogo”.
Il provvedimento di payback impone alle aziende del settore biomedicale di versare retroattivamente oltre 1 miliardo di euro per le spese regionali fino al 2018, con ulteriori richieste per gli anni successivi. Nonostante la Corte Costituzionale abbia ridotto i pagamenti al 48%, ha confermato la legittimità della misura, generando preoccupazione tra le imprese, in particolare per le più piccole. Gli esperti avvertono che questa situazione potrebbe portare alla chiusura di oltre 1.400 aziende e al rischio di perdita di 190.000 posti di lavoro.
Le associazioni hanno pertanto chiesto, con una lettera congiunta inviata al Ministero della Salute, l’abolizione del payback, evidenziando come le piccole imprese innovative siano fondamentali per il settore. Inoltre, l’introduzione di una nuova tassa dello 0,75% per finanziare l’HTA avrà un ulteriore impatto sui costi. La questione del payback rappresenta, quindi, una sfida cruciale per la politica industriale italiana, richiedendo interventi mirati per sostenere una filiera strategica per la sanità e la competitività internazionale del made in Italy.
Nel suo intervento, il Presidente Fezza ha sottolineato come il payback sanitario appaia un sistema punitivo per le imprese del settore biomedicale, colpevoli di aver vinto una gara pubblica con condizioni stabilite dalle amministrazioni regionali.
“Come CNA abbiamo portato avanti in questi anni una forte azione di rappresentanza sul versante politico-parlamentare, volta a posporre (come è in effetti accaduto) l’entrata in vigore di questa misura iniqua” ha aggiunto Fezza, che ha poi evidenziato come il payback sia stato oggetto di numerosi ricorsi da parte delle aziende, poiché le Regioni hanno adottato provvedimenti senza criteri chiari e senza un ragionevole discernimento tra i destinatari degli atti.
“La situazione non risolve il problema della spesa sanitaria, ma rischia di mettere in crisi l’intero sistema produttivo del settore, con conseguenze negative non solo a livello economico e sociale, ma anche sulla autosufficienza sanitaria del paese.” Ha concluso il Presidente di CNA Sanità “È urgente fermare il payback sanitario e avviare una nuova discussione sul futuro del settore con il coinvolgimento di tutti gli attori in campo”.