Per far fronte al protrarsi della pandemia da Covid-19, Parlamento europeo e Consiglio hanno ritenuto opportuno adottare specifiche misure per un ulteriore rinvio delle verifiche periodiche in materia di trasporto.
Anche a livello nazionale, in tema di revisioni si è più volte intervenuti. La proroga, introdotta a marzo scorso, è apparsa comprensibile, poiché in corrispondenza della fase più buia dell’emergenza sanitaria. Si è trattato, com’è noto, di un momento particolarmente critico, in cui, allo scopo di contenere la propagazione del virus, si è reso necessario agire su più fronti, inclusa la circolazione di mezzi e persone.
Per contro, gli slittamenti decisi in estate sono da subito sembrati sprovvisti dell’iniziale giustificazione. In primis, perché nel tempo la situazione generale è visibilmente evoluta: dopo lunghi mesi di pratica sociale, si è potuto constatare come le buone prassi comportamentali abbiano sedimentato, nella popolazione, importanti livelli di attenzione. I centri di controllo privati hanno immediatamente messo in atto le necessarie misure di prevenzione. In pratica, le imprese esercenti la revisione hanno adottato procedure anti-contagio, adeguato gli ambienti interni e formato il personale, attuando così un modello di lavoro virtuoso. È lecito affermare che le attività dei centri ad oggi vengano espletate in totale sicurezza, per i dipendenti e per i cittadini.
L’obiettivo, a questo punto, deve essere quello di far ripartire con regolarità il sistema delle revisioni. In gioco v’è, anzitutto, la tutela dell’utenza di strade ed autostrade e quindi dei cittadini. Il prolungamento dell’efficacia di accertamenti di per sé risalenti e inesorabilmente datati, pone non poche preoccupazioni sul versante della sicurezza stradale. Con la graduale ripresa della gran parte delle attività, sono ricominciati anche gli spostamenti. Nel nuovo scenario, gli utenti sono spinti a privilegiare l’impiego dei propri mezzi, di certo più congeniali al bisogno di garantire la distanza interpersonale e a evitare assembramenti. Il generalizzato riversamento sulle arterie stradali di molti veicoli in attesa di revisione è dunque conseguente
CNA ha scritto al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Giovannini, e al sottosegretario con delega agli Affari Europei, Vincenzo Amendola, affinché si attivino di fronte alla Commissione europea – in maniera celere e conforme al termine del 3 marzo p.v. – per esercitare il diritto di deroga previsto dal regolamento.
Tutte le argomentazioni poste, valgono con specifico riferimento alla revisione dei veicoli con massa inferiore alle 3,5 t, la cui esecuzione è materialmente devoluta ai centri di controllo privati. Questi ultimi, a differenza degli uffici della Motorizzazione civile, è bene sottolineare, oltre a non aver accumulato alcuna forma di ritardo nella concreta estrinsecazione della funzione di verifica e controllo, abbiano rapidamente informato e aggiornato il proprio modo di operare ai nuovi indici di sicurezza. Non è ammissibile, pertanto, che gli stessi subiscano irragionevoli conseguenze a cagione della responsabilità altrui.