“Riteniamo che siano diversi i temi rilevanti dal punto di vista delle micro, piccole e medie imprese di produzione di contenuti e di fornitura di beni e servizi, che meritano sicuramente di essere richiamati. L’approccio ottimale sarebbe a nostro avviso una trattazione congiunta nell’ambito di un disegno di riforma organica della RAI, considerato che gli attuali scenari industriali globali rendono necessaria una normativa adeguata a traghettare l’azienda di servizio pubblico verso il futuro.” Ha sottolineato il presidente di CNA Cinema e Audiovisivo, Gianluca Curti, nel corso dell’audizione di oggi in Commissione 8^ Lavori pubblici, comunicazioni del Senato, in materia di Riforma della Rai.
“A monte di tutto il ragionamento strategico sul futuro della Rai– ha continuato Curti- ci deve essere una visione condivisa di cosa l’azienda debba rappresentare in termini non solo di informazione, ma anche e soprattutto in termini di qualità di programmazione e di produzione di contenuti audiovisivi, al fine di recuperare il ruolo originario di sviluppo del racconto culturale e identitario del nostro Paese. Vorremmo immaginare una nuova Rai, almeno parzialmente slegata dal paradigma dominante dell’informazione, per trasformarla in una moderna azienda di produzione di contenuti, ipotizzando anche una separazione non solo contabile, ma anche gestionale e produttiva tra una parte di servizio pubblico, sostenuta solo dal canone, e una parte commerciale, sostenuta solo dagli introiti pubblicitari. Con tale disegno andrebbero rafforzati i canali tematici come contenitori per la produzione e diffusione di contenuti indipendenti di alto valore culturale, che sostengano e difendano la pluralità e la diversità culturale.”
Nell’incontro di oggi, CNA ha sottolineato la piena indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo dalla politica, ricordando che oltre a questo esiste un importante tema di approccio etico che la Rai dovrebbe rafforzare verso l’esterno, acquisendo come propria la missione di sostenere la crescita e lo sviluppo delle imprese indipendenti, siano esse di produzione di contenuti o fornitori di beni e servizi.
Tema strategico per la Confederazione deve essere la piena e veloce attuazione degli obblighi di investimento e programmazione ai quali anche l’azienda di servizio pubblico è soggetta, e la tutela della sotto quota cinema.
Altro tema fondamentale per la CNA è la questione relativa ai rapporti tra la Rai e i service che, sul territorio nazionale, operano in appalto per la realizzazione tecnica dei contenuti originali.
“CNA Cinema e Audiovisivo associa e rappresenta la stragrande maggioranza delle imprese che operano in tale segmento – ha spiegato Curti- eppure stentiamo ad avere riscontro alle numerose richieste di avviare un confronto per rappresentare e riconoscere le istanze delle imprese, sempre nell’ottica di fattiva e positiva collaborazione che rappresenta lo stile proprio dell’azione di concertazione della Confederazione. È necessario che la Rai attivi meccanismi di negoziazione contrattuale che garantiscano obblighi e tariffe congrue, in un momento allarmante che vede la chiusura di molte imprese del settore, alcune storiche, che hanno collaborato per lunghi anni con la Rai garantendo altissimi standard qualitativi.”
Infine, il presidente di CNA Cinema e Audiovisivo ha ribadito l’importanza di garantire il mantenimento degli attuali livelli di investimento e, laddove possibile, un ampliamento delle risorse indispensabili a sostenere le imprese per le quali la Rai deve continuare ad essere sempre più il partner privilegiato per i propri percorsi di sviluppo.
“La sfida lanciata dalle gigantesche multinazionali al sistema culturale nazionale, sistema di cui la Rai è l’attore principale, si sta giocando e si giocherà su più tavoli, non solo italiani. Per salvaguardare la nostra identità nazionale, culturale e industriale, è indispensabile che la Rai e le associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei produttori di contenuti, si parlino costantemente in un brillante rapporto di reciproca fiducia e collaborazione. Se ciò non dovesse avvenire, l’ondata digitale in essere potrebbe desertificare prima il comparto dei produttori realmente indipendenti e italiani, e poi forse, anche se speriamo vivamente che ciò non accada mai, eliminare dal mercato anche la Rai stessa, è questo sarebbe un colpo mortale al sistema paese Italia”, ha concluso Gianluca Curti.