Perché è importante, soprattutto nel nostro Paese, parlare di export? Ce lo spiega il coordinatore del Centro studi della Confederazione, Antonio Murzi.
In primis, perché le esportazioni sono l’aggregato di contabilità nazionale più dinamico della nostra economia che ha trainato la nostra crescita economica negli ultimi anni. In secondo luogo perché quando si parla si export si parla di imprese, le cui dimensioni in Italia sono micro e piccole. Infine, ma non meno importante: le esportazioni nel nostro Paese sono fatte quasi esclusivamente da produzioni manifatturiere di eccellenza e riconosciute in tutto il mondo da un marchio che si chiama ‘Made in Italy’.
Dai dati Istat-Ice emerge un Paese export-led di 123.410 imprese esportatrici, micro e piccole, che con un milione di addetti contribuisce ad un quinto delle esportazioni. Un’Italia, quindi, che continua ad avere come motore pulsante i piccoli nonostante tutte le difficoltà e gli effetti pesanti provocati dalla pandemia e che ha nella manifattura il suo punto di forza: la quota tocca il 16%.
L’export italiano, quindi, con un saldo commerciale nelle esportazioni manifatturiere di 104,2 miliardi di euro rappresenta quasi il 6% del PIL. Valori importanti sebbene non manchino le increspature. Tra il 2014 e il 2018, infatti, le imprese italiane che operano all’estero venute meno sono più di 5mila. Le piccole imprese, lo segnaliamo, hanno bisogno di un modello di internazionalizzazione fatto dal legislatore su misura per loro.
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