Il 5 novembre scorso Rete Imprese Italia ha ribadito, con una nota inviata al Direttore Centrale Accertamento dell’Agenzia delle entrate (Dott. Aldo Polito) e all’Amministratore Delegato di SOSE (Dott. Giampiero Brunello), il giudizio critico sulla metodologia alla base della costruzione degli indicatori di coerenza negli studi di settore finalizzati a rendere maggiormente selettiva l’analisi per l’applicazione del sistema premiale.
Gli indicatori in parola sono il “Margine per addetto non dipendente”, il “Valore aggiunto lordo per addetto” e l’ “Indice di copertura del costo per il godimento dei beni di terzi e degli ammortamenti” che erano già stati oggetto di critica con riferimento alle revisioni dello scorso anno.
Pur apprezzando lo sforzo di miglioramento fatto in sede di analisi metodologica di costruzione degli indicatori e che ha consentito una migliore applicabilità alle tipologie di imprese e ai diversi cluster, permane tuttavia la criticità di fondo in quanto gli indicatori sono stati riproposti tali e quali anche nell’ambito delle revisioni del 2015.
Una valutazione dell’efficienza, della produttività e della redditività dell’impresa nello svolgimento dell’attività economica di riferimento, che sono gli elementi su cui si basano gli indicatori, non può infatti, prescindere dalla contestualizzazione del valore minimo di coerenza degli indicatori al contesto economico, caratterizzato dalla grave e profonda crisi che ha colpito le imprese e il Paese intero.
In tale contesto, infatti, gli indicatori potrebbero non rappresentare la reale situazione delle imprese, anzi, potrebbero fare emergere come se fossero “anti-economiche” (in quanto non coerenti) le scelte aziendali finalizzate a mantenere gli investimenti in beni strumentali e in “capitale umano”, ovvero, a fare “nuovi investimenti” (in beni strumentali e persone), a scapito della redditività/marginalità delle imprese.
Per evitare tali anomalie, occorre quindi che anche i valori soglia degli indicatori di coerenza siano rimodulati in funzione della crisi.
Per maggiori dettagli si rimanda ai contenuti dell’allegata Nota inviata da Rete Imprese Italia all’Agenzia delle entrate il 5 novembre 2015.