È boom per il settore costruzioni (edilizia ed impiantistica) che torna a viaggiare su livelli pre-crisi. A dare questo forte impulso sono state soprattutto le misure di defiscalizzazione previste per i lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico di abitazioni, condomini ed anche la messa in sicurezza di molti edifici pubblici.
“Si tratta di misure strutturali – dice il segretario della CNA di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni – la cui riconferma ha consentito la ripartenza a razzo di un settore che era stato già duramente provato dalla crisi prima della pandemia. Ma questo rilancio – come abbiamo più volte denunciato – rischia di essere vanificato dalle difficoltà di reperimento delle materie prime; dal vertiginoso aumento delle stesse e dalla mancanza di personale”.
“Per le oltre 6mila imprese di costruzioni e impiantistica della provincia di Pesaro e Urbino – aggiunge Fausto Baldarelli, responsabile di CNA costruzioni Pesaro e Urbino – questa impennata di richieste sta creando non poche difficoltà, soprattutto nella programmazione degli interventi e nella definizione di un calendario e di un prezziario che possa essere rispettato, vista la continua rincorsa dei prezzi e la difficoltà nel reperire le materie prime. Basti pensare che alcune delle nostre imprese sono state costrette a riacquistare, dopo averle vendute negli anni della crisi, impalcature e ponteggi dalla Slovenia”.
In questi mesi la CNA di Pesaro e Urbino ha cercato di fare una fotografia sulla tipologia di interventi effettuati. In provincia di Pesaro e Urbino il Bonus facciate, che prevede tinteggiatura e sistemazione dei balconi, registra il 55% sul totale degli interventi richiesti per un importo medio ad abitazione che oscilla tra i 12 e i 18mila euro.
“Considerando la morfologia urbanistica del territorio con molte case quadrifamiliari – spiega Baldarelli – si tratta di interventi medi di 100mila euro il cui recupero fiscale è del 90%. Ma per il Bonus facciate c’è un termine che è quello del 31 dicembre e, al momento, non sono previste proroghe”.
Al secondo posto, il 25% degli interventi in provincia, si piazza il Bonus efficientamento energetico che riguarda nello specifico la sostituzione delle caldaie, gli impianti termici, quelli solari e gli infissi a risparmio energetico, con misure di defiscalizzazione del 65% e un importo medio dei lavori che oscilla tra i 10 e 15mila euro.
Al terzo posto, con una percentuale del 15% sugli interventi totali, si piazza invece il Bonus ristrutturazioni (con recupero fiscale del 50%) per interventi di ristrutturazioni murarie interne ed esterne, per un importo medio di 35-40mila euro.
All’ultimo posto si piazza il Superbonus del 110% con appena il 5% sugli interventi totali e con lavori per importi oltre i 70mila euro. L’entità e la complessità delle procedure (siamo ancora nella fase del completamento di molte pratiche), la rendono al momento una delle misure meno applicate nonostante l’appetibilità data dalla percentuale di recupero fiscale.
“Ci auguriamo comunque – concludono Bordoni e Baldarelli – che Bonus e agevolazioni possano essere mantenute anche per i prossimi anni e che, in qualche modo, si possa normalizzare la consegna delle materie prime ed arrestare la corsa agli aumenti delle stesse. Si tratta di fattori che incidono pesantemente e mettono in difficoltà le imprese e rischiano di vanificare anche gli effetti positivi delle misure di agevolazione fiscale”.
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