Imprese sempre più piccole, radicate nel territorio, che affrontano le sfide del mercato facendo sistema e puntando su ricerca, digitalizzazione e sostenibilità ambientale, nonostante la pressione fiscale e burocratica. Questa la fotografia scattata da “Monitor sulle piccole imprese”, il rapporto di CNA Piemonte con il sostegno di Unicredit, curato dal professor Daniele Marini dell’Università di Padova.
La ricerca, presentata il 20 febbraio nella sede direzionale di CNA Torino, raccoglie i dati di un campione di 1600 imprese associate alla CNA sul territorio regionale e prende in esame principalmente tre aspetti: nascita, qualità della vita e competitività.
“I dati fanno emergere il forte radicamento al territorio e ai mercati locali di micro, piccole e medie imprese – spiega il presidente di CNA Torino, Nicola Scarlatelli – e il peggioramento, tra il 2018 e il 2019, dei dati relativi all’occupazione e alle vendite di prodotti e servizi. Nonostante ciò, le imprese associate alla CNA a Torino e in Piemonte manifestano una percezione della qualità della vita superiore al dato medio della popolazione della regione.”
Per spiegare il dimezzamento, nel corso di un solo anno, dell’apertura ai mercati extra domestici passata dal 20,2% all’11,2% per il totale delle imprese piemontesi, il professor Daniele Marini parla di tre fattori: Brexit, calo del Pil della Germania, dazi Cina-Usa e Usa-Ue. “Le micro, piccole e medie imprese non sono estranee alla crisi di fiducia dei mercati – osserva – e al calo dei consumi generalizzato. I dati della ricerca segnalano una maggiore difficoltà delle micro piccole e medie imprese ad affacciarsi sui mercati esteri e questo è il risultato di un lungo processo.”
Il segretario di CNA Torino, Paolo Alberti, ha infine ha sottolineato l’importanza dell’apertura al credito delle banche verso le Pmi per sostenere i processi di innovazione e internazionalizzazione sempre più cruciali per la sopravvivenza delle imprese stesse.