Vestire diversamente, il gusto non ha barriere
Vestire diversamente. Possiamo partire da qui, attraversare un viale fiancheggiato da filari di limoni nella campagna del Conselvano che si spinge verso la costa e arrivare al capannone di un’impresa che ha un obiettivo importante, quello di riuscire a vestire chiunque abbia delle esigenze particolari. Pier Giorgio Silvestrin è un imprenditore creativo e dinamico che nel rispetto della tradizione artigiana di famiglia crea e produce un campionario di prodotti per persone con disabilità, esclusivo in Italia.
A San Giorgio “il vittorioso”, figura cardine della storia della propria famiglia è stato dedicato il nome della società fondata da papà Silvestrin nel ’73 che produceva abiti da lavoro. Nome non modificato dal figlio, Pier Giorgio appunto, quando è entrato in società ampliando l’attività e dedicandola alla realizzazione di abiti per i grandi brand della moda italiana. Ma l’idea è un’altra e matura piano piano nella mente di Pier Giorgio, quando il padre e la madre provano a confezionare sartorialmente degli abiti per il fratello paraplegico. “Mia madre voleva vestire mio fratello con pantaloni ‘perfetti’ ma il mercato tradizionale non lo consentiva. Lei li voleva ‘alti dietro e bassi davanti’ così sgridava mio padre che con metro, gesso e forbice impostava i primi modelli per mio fratello”. Ed ecco la scintilla…
“Dietro ogni prodotto, c’è un problema” e così nasce Lydda Wear società che produce abbigliamento e accessori per persone disabili o con disturbi e patologie invalidanti. Un catalogo di 640 prodotti, 7300 clienti su tutto il territorio nazionale. Una rete commerciale importante, tutta gestita sul web. Due capannoni e uno showroom con camerino e servizi per consentire ai clienti di “provare o commissionare diversamente, gli abiti”.
Dalla Taglieria San Giorgio a Lydda Wear è stata fatta tanta strada. In quel lasso di tempo si è formato “quello che io chiamo ‘brodo culturale’ – dice Pier Giorgio – che contiene le nostre origini, le tradizioni e che va assolutamente rispettato. Il mio segreto è produrre cose che gli altri non fanno. I nostri capi sono ideati e studiati da me personalmente. Poi trasferisco i modelli a una rete di terzisti di grande fiducia che li realizzano per nostro conto”.
Silvestrin lavora da solo. Tra rotoli chilometrici di stoffe di tutti i tipi, tavoli immensi, metri, forbici. Gli arnesi del mestiere sono gli stessi della San Giorgio di un tempo, sono quelli di una grande sartoria. Lui i prodotti ama inventarseli e farseli. Dal progetto al prototipo… e poi la produzione e la soddisfazione di vedere risolto un problema, di consentire a qualcuno di poter indossare un abito su misura ed eliminare una barriera, fin troppo spesso solo culturale.
“Abbiamo dovuto correggere un problema di scoliosi a mia figlia – ci dice Pier Giorgio -, cui hanno prescritto l’utilizzo di un busto che la faceva sudare terribilmente. Sapevo che si stava brevettando un nuovo tessuto in bambù. Ho studiato con il produttore la realizzazione dello stesso, ne ho acquistato un bilico e inizialmente ho prodotto cinquecento pezzi. Per l’utilizzo personale ne sarebbero bastati molti meno. Così li ho inseriti in catalogo e venduti in un baleno. Ora sono diventati un articolo di punta della Lydda Wear”. Così nascono le cose…
“I primi prodotti in catalogo erano per paraplegici. Poi ho cercato di capire, studiando le diverse patologie invalidanti, cosa si poteva inventare per rendere meno problematica la vita di chi ha una disabilità e di chi accompagna la persona con disabilità. Mi piace lavorare sui dettagli, mi piace pensare che posso regalare una gioia o alleviare una sofferenza a qualcuno con il mio lavoro”.
Silvestrin e la Lydda Wear colgono le necessità e inventano ciò che non esiste sul mercato, creando in media sei prodotti nuovi l’anno, con tanto di prototipi ma nessun brevetto.
Lydda (la moderna Lod) è la città d’Israele citata nella Bibbia come luogo della guarigione di un paralitico da parte di Pietro apostolo, ma è anche la città che ha dato i natali e conserva la tomba di quel San Giorgio così importante per la famiglia Silvestrin.