Un 2016 cominciato male ma finito senz’altro meglio per le piccole imprese manifatturiere modenesi, che nell’ultimo trimestre fanno registrare una crescita della produzione dell’1,9% rispetto all’anno precedente, dell’1,2% per ciò che riguarda il fatturato. Valori che permettono di chiudere l’anno in positivo, sia per quanto riguarda il prodotto (+,06%) che il fatturato (+0,8%). Manco a dirlo, l’effetto traino è svolto ancora una volta dal mercato estero, visto che a fine 2016 il fatturato oltreconfine raggiunge la quota record dall’inizio dei rilevamenti statici di CNA e Camera di Commercio: 26,1% contro il 23,5% del 2015. Positive anche le prospettive di inizio 2017, con ordinativi, sia nazionali che esteri, in aumento.
“E’ una ripresa che possiamo definire gracile, quella della delle piccole imprese manifatturiere modenesi, dove gli andamenti sono talmente blandi che basta un trimestre negativo per azzerare i guadagni dei mesi precedenti. Certo, le dinamiche modenesi appaiono migliori di quelle nazionali, ma la precarietà regna ancora sovrana. In questo contesto, le direttrici su cui muoversi sono quattro: credito, fisco, semplificazione, innovazione, da percorrere peraltro con interventi energici e durature”. Così commenta i dati Umberto Venturi, Presidente della CNA di Modena, che continua: “Abbiamo accolto con soddisfazione il piano Industria 4.0, accompagnato da strumenti – la nuova Sabatini, il credito d’imposta per le spese di ricerca e sviluppo, l’iperammortamento – che identificano una politica industriale aperta anche alle piccole imprese che da tempo mancava al Paese. Rimangono, però, altre limitazioni allo sviluppo: pensiamo all l’Imu, che gli imprenditori pagano sugli immobili utilizzati nelle attività produttive che, determinando anche il reddito d’impresa, sono assoggettati ad una doppia imposta, e all’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti, anche in questo caso spesso e volentieri pagato due volte dalle imprese, una prima volta affidando alle imprese private lo smaltimento, la seconda volta attraverso la Tari. Ed è evidente come questa situazione, oltre ad essere iniqua, rappresenti un ostacolo allo sviluppo”.