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Ponzio: “Sulla direttiva case green lavorare insieme per soluzioni efficaci”

La posizione di CNA Costruzioni sulla Direttiva case Green è sempre stata chiara ritenendola una grande opportunità. “Tuttavia, siamo consapevoli delle sfide che l’Europa ci impone per raggiungere questi ambiziosi obiettivi. È fondamentale riconoscere che tali traguardi non sono raggiungibili senza adeguati strumenti finanziari di supporto”. È quanto ha sottolineato il presidente di CNA Costruzioni, Enzo Ponzio, intervenendo al convegno promosso dalla CNA di Parma dedicato agli effetti della direttiva sulla filiera delle costruzioni e sul mercato immobiliare.

“Il tema centrale non è se la direttiva sia giusta o sbagliata, ma è come possiamo accompagnare tutti i soggetti coinvolti nel percorso per il necessario efficientamento energetico dei nostri edifici. Questo è un compito cruciale e richiede un’attenzione particolare al ruolo che ogni singolo Stato membro avrà nel recepimento del testo e nella stesura dei singoli piani di ristrutturazione, che dovranno essere presentati alla Commissione Europea”.

Ponzio ha messo in risalto l’importanza della mappatura coerente del patrimonio immobiliare italiano che deve riflettere accuratamente le caratteristiche degli edifici, tenendo conto anche delle diverse zone climatiche in cui sono situati. Solo attraverso una mappatura precisa e dettagliata sarà possibile stabilire esclusioni appropriate e formulare piani di ristrutturazione efficaci e mirati.

Questa mappatura non solo permetterà di identificare gli edifici che possono essere esclusi dal campo di applicazione della direttiva, ma contribuirà anche a sviluppare politiche e strategie di ristrutturazione che siano realistiche e adeguate alle specificità del nostro paese. È fondamentale che il Governo si impegni in questo processo per garantire che le misure adottate siano efficaci, sostenibili e in linea con gli obiettivi europei.

Non basta dire no e lanciare messaggi negativi. Occorre mettersi a lavorare tutti insieme per trovare delle soluzioni concrete. Non solo perché ce lo chiede l’Europa, non solo perché le nostre imprese potrebbero trovare delle opportunità di lavoro nell’efficientamento degli edifici, ma soprattutto perché dobbiamo affrontare la realtà della crisi energetica e dei cambiamenti climatici. Questa crisi, che fortunatamente oggi ha assunto aspetti più tollerabili, deve farci riflettere sulla necessità di implementare sistemi che consentano alle famiglie di risparmiare sui consumi energetici, riducendo l’impatto sull’uso di fonti fossili.

Gli allarmismi sull’impossibilità di raggiungere gli obiettivi della direttiva non possono diventare un alibi per nessuno di noi. È un nostro dovere affrontare il tema con serietà e determinazione. Solo così potremo garantire un futuro più sostenibile ed efficiente per tutti. Queste riflessioni non possono prescindere da una revisione del sistema degli incentivi in edilizia. Abbiamo bisogno di un quadro di incentivi ben strutturato, che supporti le ristrutturazioni e l’adozione di tecnologie innovative.

Negli ultimi tre anni, il settore delle costruzioni ha registrato una forte crescita, che ha comportato un’evoluzione significativa nella struttura media delle imprese. Queste aziende hanno acquisito competenze importanti, specialmente nelle nuove tecniche di lavorazione. Se non supportiamo adeguatamente il settore affinché diventi protagonista nel raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla direttiva, rischiamo di disperdere gli investimenti in capitale umano effettuati finora. È essenziale accompagnare le imprese in questo percorso, per valorizzare le competenze acquisite e garantire un futuro sostenibile.

Ponzio ha quindi affrontato il tema delle risorse necessarie. “Da qualche tempo circola la domanda chi paga? L’interrogativo è mal posto. La questione non è chi paga ma se quello che si paga è funzionale a un obiettivo generale, se è efficace e capace di stimolare investimenti, dare impulso all’economia. La domanda quindi dovrebbe essere: come possiamo programmare un intervento per rendere efficienti le nostre case e per metterle in sicurezza? L’edilizia residenziale ormai è la principale fonte di emissioni, pari al 45% superando di gran lunga l’intero sistema della mobilità e l’industria. Produrre molte emissioni non significa solo inquinare, ma pagare più care le bollette. Rendere le case più sicure rispetto alle calamità naturali significa salvaguardare vite umane ma significa anche risparmiare i soldi per le ricostruzioni. Soltanto gli ultimi tre terremoti sono costati alla collettività oltre 50 miliardi e il conto non è finito”.

Ponzio ha concluso l’intervento sottolineano che è necessario “un approccio collaborativo per affrontare la riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio, riconoscendo che richiederà non solo risorse finanziarie, ma anche una visione strategica e una forte volontà politica. Il futuro dei nostri figli dipende dalle decisioni che prendiamo oggi per la tutela dell’ambiente e la sostenibilità energetica. È nostro dovere agire con urgenza e determinazione”.

 

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