Produzione: Fatih Akin
Regia: Fatih Akin
Attrici: Mona Pirzad, Sogol Faghani
Attori: Emilio Sakraya, Kardo Razzazi, Ilyes Moutaoukkil
Compositore: Eghbal Hajabi
Scenografia: Tim Pannen
Costumi: Katrin Aschendorf
Trucco: Maike Heinlein
Fotografia: Rainer Klausmann
Montaggio: Andrew Bird
Arredamento: Katja Luger, Jeannine Ullrich
Prod: Fatih Akin, Nurhan Sekerci-Porst, Flaminio Zadra, Pilar Saavedra Perrotta, Leontine Petit, Erik Glijnis
Il primo ricordo di Giwar Hajabi è quello di una prigione. Rinchiuso coi genitori, militanti per la libertà curda nell’Iran di Khomeyni, in cella ci tornerà più volte e a ogni età, come una tappa ineluttabile e in una scalata ‘criminale’ che lo vede spacciatore adolescente, imprenditore, rapinatore e finalmente rapper. Perché tra una dose di cocaina e un pugno sferrato, Giwar coltiva il sogno di fare la sua musica. Il padre, celebre compositore curdo, gli ha insegnato a suonare il pianoforte, la madre, combattente resiliente, gli ha pagato per anni le lezioni private. Cresciuto a Bonn, dopo la prigione a Bagdad e l’asilo politico a Parigi, Giwar sogna l’oro del Reno e trova la redenzione nelle rime musicali.
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