Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il direttore, Massimo Mazzavillani, il responsabile della Divisione Economica e Sociale, Maurizio Gasperoni e il responsabile dell’Ufficio Analisi congiunturali, Alessandro Battaglia, la CNA provinciale di Ravenna a presentato “TrendRa”, il consueto appuntamento annuale con l’indagine congiunturale sull’andamento economico e occupazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa in provincia di Ravenna.
Nel commentare i dati relativi al consuntivo 2014 e alle tendenze 2015, Mazzavillani ha evidenziato: “Archiviamo il 2014 come un anno estremamente pesante e difficile per l’economia locale. Il 2015 ci mostra timidi segnali di ripresa confermati anche recentemente dal Governatore della Banca d’Italia sia in termini di occupazione che di consumi interni, un’inversione di tendenza che auspichiamo possa diventare strutturale. Ma affinché questo avvenga occorrono politiche industriali più consistenti e occorre che tutti lavorino per un maggior sostegno all’export, per la semplificazione degli adempimenti, per facilitare l’accesso al credito, per un rilancio del settore delle costruzioni attraverso politiche urbanistiche che favoriscano progetti di rigenerazione urbana e di risparmio energetico, solo per citare alcuni punti su cui la CNA sta da tempo lavorando”.
Il contesto nazionale
Il quadro relativo al 2014 mostra per l’Italia ancora una flessione per l’attività economica.
Dopo la forte contrazione del 2012 e del 2013 (rispettivamente del 2,8 % e dell’1,9%) il PIL italiano in volume ha segnato lo scorso anno una ulteriore riduzione, seppur di entità decisamente più contenuta (0,4%). Il livello è sceso al di sotto di quello registrato nel 2000.
L’andamento dell’attività economica è risultato negativo per i primi tre trimestri e ha segnato una variazione congiunturale nulla, nel quarto.
La crescita delle esportazioni è stata del 2% mentre le importazioni sono diminuite dell’1,6% con un saldo commerciale pari a 5,8 miliardi, in netto ampliamento rispetto al 2013 (+3,4 miliardi).
Nella media del 2014, dopo due anni di calo, l’occupazione cresce dello 0,4% pari a 88.000 unità in confronto all’anno precedente.
Relativamente alla movimentazione aziendale nazionale, sono 370.979 le imprese nate nel 2014, mentre quelle che hanno chiuso i battenti sono 340.261, con un saldo di 30.718 unità (+0,51%), il migliore dell’ultimo triennio.
I settori che più degli altri hanno contribuito alla tenuta del sistema delle imprese appartengono tutti alle attività di servizio.
Per l’artigianato il 2014 è stato un anno ancora difficile anche se, rispetto al 2013, si attenua la selezione che da diverso tempo sta assottigliando il comparto.
A fine anno il saldo tra iscrizioni e cancellazioni è stato negativo per 20.393 unità.
Particolarmente preoccupante risulta il dato delle aperture delle imprese artigiane – 88.498 – il più contenuto degli ultimi otto anni.
Le prospettive di breve termine indicano per l’economia nazionale una ripresa dei ritmi produttivi, legata sia all’impulso favorevole delle componenti esterne, come l’evoluzione positiva del ciclo internazionale e il deprezzamento del cambio dell’euro, sia alla ripresa delle componenti di domanda interna, sostenute dal basso livello dei prezzi del settore energetico e dall’atteso miglioramento delle condizioni di credito.
Il previsto aumento del PIL nel corso del 2015 (+0,7%) chiuderà la fase recessiva del biennio precedente.
Nel primo trimestre 2015 il PIL è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è risultato invariato rispetto al primo trimestre 2014.
Relativamente alla movimentazione aziendale va rilevato che nel primo trimestre 2015 sono nate 114.502 nuove iniziative economiche, 872 in meno dello stesso periodo dello scorso anno.
Si tratta della quarta contrazione consecutiva del numero delle nuove imprese iscritte nei Registri delle Camere di Commercio.
Ravenna
Anche i numeri che misurano l’andamento del sistema produttivo ravennate nel 2014 sono quasi tutti di segno negativo.
A Ravenna al 31 dicembre 2014, nel confronto con l’anno precedente, le imprese artigiane si sono ridotte di 213 unità, pari al -1,90%, ad indicare che sono le imprese di minore dimensione e di alcuni settori a tipica vocazione artigiana a subire le conseguenze peggiori della crisi.
Rispetto all’intero tessuto produttivo provinciale, l’incidenza delle imprese artigiane sul Registro Imprese passa dal 27,20% del 31/12/2013 al 26,94% del 31/12/2014. Ciò a fronte del fatto che – rispetto al decremento del Registro Imprese di 382 unità – le imprese artigiane sono diminuite di ben 213 unità, assestando per questo l’incidenza percentuale rispetto al Registro Imprese ai livelli registrati nell’ultima parte del 2002.
Da fine 2007 a fine 2014, il Registro Imprese registra un calo di 1.842 imprese, delle quali oltre il 60% sono imprese artigiane.
E’ possibile fare anche una valutazione sull’andamento della movimentazione delle imprese artigiane relativo al primo trimestre 2015. Lo stock raggiunto dall’Albo Artigiani nel primo trimestre è di 10.812 unità, 160 imprese in meno rispetto al 31 dicembre 2014. Questo trend, se si confermerà nel corso del 2015, può determinare un bilancio di fine anno della movimentazione aziendale provinciale del Registro Imprese e dell’Albo Artigiani ancora in rosso, ma probabilmente con differenziali negativi più contenuti rispetto al 2013 e al 2014.
Andamento Albo per settori
Relativamente alle Sezioni e alle Divisioni di attività si riscontrano, pur se quasi tutte caratterizzate da un andamento negativo, anche per il 2014, differenze nei trend che caratterizzano i diversi settori.
L’agricoltura e l’industria alimentare (dati aggregati), registrano un incremento del 2,59%. Dopo due anni di battute d’arresto, torna quindi a crescere il settore che fino a tutto il 2011 aveva visto un forte sviluppo, probabilmente anche grazie al consolidarsi di una certa riscoperta delle tradizioni e una maggiore e premiante attenzione manifestata dai consumatori nei confronti dei prodotti di qualità del territorio.
Il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero registra una contrazione rispetto al 2013 (-3,00%). Tale dato va contestualizzato nel ridimensionamento che ha caratterizzato il comparto nell’ultimo decennio. Indicativi, a tal proposito, i dati relativi al periodo 2004-2014, che riflettono un decremento di quasi il 30%.
La meccanica di produzione, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi economica, vede un decremento del settore pari al 4,13%, proseguendo il trend negativo che aveva già caratterizzato lo scorso anno (-5,69%), e l’anno ancora precedente (-4,43%).
Per quanto concerne il settore del legno (industria e lavorazione del legno e fabbricazione di mobili), dopo i forti decrementi dell’ultimo triennio, si registra un’ulteriore contrazione pari al 7,98%.
Ragionando per aggregati, il settore manifatturiero (agroalimentare, sistema moda, meccanica e legno/arredo) registra una diminuzione del 2,79%.
L’edilizia, vero traino della crescita dell’Albo delle Imprese Artigiane fino al 2008, prosegue la contrazione (-2,59%), confermando le forti difficoltà del settore. Dal 2008, il comparto ha “perso” quasi il 12% delle imprese registrate. Nell’ambito del comparto, segno meno sia per gli impiantisti elettrici ed elettronici (-2,01%), che per quelli idraulici (-2,10%). Nel periodo 2008-2014 i due settori hanno registrato decrementi rispettivamente del 6,17% e del 5,83%,.
Per quanto concerne il settore dei trasporti, il 2014 si chiude con un decremento delle imprese iscritte all’Albo del 3,61%, da ascriversi esclusivamente al trasporto merci (90% delle imprese del settore). Oltre a tali dati inequivocabili, va evidenziata una ulteriore netta contrazione della redditività delle singole imprese (che perdura ormai da diversi anni), dovuta in primo luogo a causa di un aumento del costo del gasolio per autotrazione (che rappresenta fra l’altro la maggiore componente dei costi aziendali e che la categoria non riesce a farsi riconoscere dalla committenza) e dalla riduzione delle tariffe di trasporto riconosciute dal mercato, con ripercussioni pesanti sulla sopravvivenza delle stesse.
Nella manutenzione e riparazione di auto e motoveicoli si registra una diminuzione dell’1,30%, che va a consolidare ulteriormente la contrazione in termini di imprese iscritte che caratterizza costantemente questo settore da ormai diversi anni, generato da un lato dalla crisi dei consumi privati che riducono gli interventi sul loro parco auto, non riparando i piccoli danni o evitando la manutenzione ordinaria del veicolo allo stretto necessario, e dall’altro dall’evoluzione tecnologica dei veicoli che impone una maggiore specializzazione con una conseguente concentrazione delle officine.
Nell’ambito delle attività professionali, si registra una crescita per il settore informatico da attribuirsi principalmente all’attività di computer e hardware (+1,98%): un segnale incoraggiante per un settore che nel corso dello scorso anno aveva registrato un decremento del 5,87%.
Per quanto riguarda i servizi alla persona, oltre a un ulteriore decremento delle tinto-lavanderie (-4,46%), si registra un decremento delle imprese di acconciatura dello 0,68% e un incremento delle imprese di estetica del 2,09%. Va ricordato che questi due settori caratterizzano il comparto per quasi il 90% delle imprese registrate nell’ambito dei servizi alla persona.
A conferma della sempre maggiore tendenza delle imprese a strutturarsi in forme complesse di organizzazione, per quanto riguarda la forma giuridica, va segnalato il confermarsi del costante aumento delle Società di Capitale, aumentate nell’ultimo anno di una percentuale superiore al 2%.
Occupazione
I dati relativi all’occupazione rilevati nel corso del 2014 evidenziano una flessione della forza lavoro del 5,12%.
Da fine 2008, l’occupazione segna una contrazione del 14,05%.
Questi dati si riferiscono a un campione rappresentativo di imprese artigiane e piccole imprese.
Relativamente ai principali settori dell’economia artigiana, l’edilizia, vero traino della crescita occupazionale fino al 2007, conferma la decrescita occupazionale dell’ultimo quinquennio, registrando al 31/12/2014 un decremento del 6,83%.
Decremento occupazionale importante anche per il settore impianti (-11,91%), che pure aveva evidenziato nel quinquennio performance positive.
Negativo anche l’andamento occupazionale per le attività inerenti all’auto e moto-riparazione (-5,16%), in linea con la quasi costante contrazione registrata nell’ultimo quinquennio.
Il tessile calzaturiero registra un lieve incremento occupazionale (+1,90%), ascrivibile al solo settore tessile-abbigliamento. Va comunque sottolineato che il settore ha perso, negli ultimi 10 anni, oltre il 40% di occupati.
La meccanica di produzione esprime valori positivi (+1,90%). Questo incremento occupazionale, unito al decremento delle imprese registrate, può essere letto come una tendenza delle imprese più strutturate a ricominciare ad assumere addetti.
L’agricoltura e l’industria alimentare (dati aggregati), registrano un decremento del 2,62%, in linea con la decrescita occupazionale che ha caratterizzato il settore a partire dal 2012.
Di segno decisamente negativo l’andamento occupazionale per il settore dei trasporti (-5,91%), che va ascritto esclusivamente al settore del trasporto merci (-8,59%), mentre il trasporto persone cresce del 2,15%.
Il settore dei servizi alla persona esprime una sostanziale tenuta (-0,61%): va rimarcato che lo scorso anno è stato tra i settori che più hanno risentito della contrazione dei consumi e della domanda interna, marcando un decremento occupazionale intorno al 10%.
Per quanto riguarda i principali comuni e le principali aree territoriali della Provincia, si evidenzia un deciso decremento occupazionale per Ravenna (-16,94%). Sempre di segno negativo, ma più contenuti, i decrementi relativi a Cervia (-4,38%) e alla Bassa Romagna (-2,82%). In controtendenza la Romagna Faentina (+0,38%).
Per il settimo anno consecutivo continua a contrarsi il numero di addetti extra nazionali occupati dalle piccole e medie imprese e dall’artigianato (-8,33%). Dal 2008 si registra una diminuzione di questa forza lavoro pari al 30%. Le nazionalità più rappresentative in termini di dipendenti extra nazionali sono, nell’ordine, quella rumena, albanese, senegalese, marocchina, e moldava.
Nonostante il marcato saldo negativo registrato a dicembre 2013, costruzioni, meccanica di produzione e trasporti si confermano come quelle attività che di più, rispetto ad altre, assorbono manodopera extra nazionale.
Ragionamento analogo va fatto per gli apprendisti, tradizionale modalità appositamente normata per l’assunzione di giovani da parte delle imprese artigiane. Da inizio 2008 a fine 2013, le assunzioni di apprendisti da parte delle imprese artigiane hanno subìto una riduzione di quasi il 40%.
Credito e Investimenti
Altri importanti elementi di analisi per cogliere i segnali circa l’andamento dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa nella nostra provincia, si colgono dall’andamento relativo a credito e investimenti: nel corso del 2014 sono stati concessi, in ambito provinciale, attraverso “Unifidi” filiale di Ravenna, 374 finanziamenti, contro i 745 concessi al 31/12/2013 (-49,80%). Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti concessi, si è registrato un decremento al 31/12/2014 del 42,65% rispetto a quanto concesso al 31/12/2013.
In merito all’operatività dei finanziamenti concessi nel corso del 2014, circa il 75% dei finanziamenti si riferiscono a richieste per liquidità aziendale, consolidamento passività e acquisto scorte di magazzino, mentre solamente il 25% è stato invece impiegato per investimenti. Tale situazione conferma ulteriormente lo stato di crisi in cui versa il Paese, e riflette la necessità delle aziende, sempre più rivolte verso il sostegno finanziario per sopperire al calo degli ordini e/o delle commesse, che agli investimenti produttivi.
Si ricorda che nel 2008, il 66% dei finanziamenti concessi riguardavano investimenti produttivi (beni mobili/immobili strumentali), mentre il 34% concerneva la liquidità (linee correnti e consolidamento).
Fatturato
La CNA provinciale di Ravenna presenta anche per il 2014 i risultati di TrendER, osservatorio congiunturale della micro e piccola impresa promosso dalla CNA dell’Emilia-Romagna e dalla Federazione Banche di Credito Cooperativo. TrendER è realizzato con la collaborazione metodologica della sede regionale ISTAT di Bologna.
Il 2014 si chiude con una variazione di tendenza (-9,89% tendenziale), in linea rispetto al trend di diminuzione del fatturato avviatosi già dal 2007.
Se si confrontano i dati di fine 2014 con quelli disponibili al 31/12/2008 si riscontra un calo del fatturato superiore al 20%.
Ulteriore contrazione anche per gli investimenti, che registrano un crollo di circa il 75% nel periodo 2008-2014.
L’analisi del fatturato per settore evidenzia come le difficoltà di fine 2014 si concentrino nelle costruzioni, nei trasporti e nella meccanica.