Pizze, pane, piadine, brioche è neromania. Ma l’associazione mette in guardia da un uso sconsiderato dell’additivo
Quella dell’uso del carbone vegetale negli alimenti (piadine, brioche, pizze, dolciumi vari, pane e derivati), è diventata una vera e propria moda. E’ di qualche giorno fa la notizia del sequestro in Puglia di pane al carbone cui era stato aggiunto del colorante. Su questa vera e propria esplosione di popolarità del carbone vegetale ci sono però da fare alcune precisazioni.
CNA Alimentare di Pesaro e Urbino chiarisce che il carbone vegetale è una sostanza classificata come “additivo” e, in quanto tale, ad esempio non può essere utilizzata nell’impasto per il pane. Poco si comprende l’utilità nell’andare a produrre pane con il carbone vegetale quando l’Italia vanta il primato Europeo per la varietà e qualità di pani tradizionali naturali presenti pressoché in ogni comune del nostro Paese, che sono vanto dei panificatori artigianali.
CNA Alimentare invita tutti i panificatori a non utilizzare il carbone vegetale e a seguire le indicazioni del Ministero della Salute che – in una nota – ha spiegato quando si può utilizzare il carbone attivo senza incorrere in rischi per la salute.
“Il carbone vegetale-attivo è una sostanza polivalente che nei prodotti alimentari può essere impiegata, fra l’altro, quale colorante (E153) o quale sostanza con una specifica indicazione sugli effetti benefici sulla salute dei consumatori”.
Il carbone attivo contribuisce la riduzione dell’eccessiva flatulenza post-prandiale. Questa indicazione può essere impiegata solo per un alimento che contiene 1g di carbone attivo per porzione quantificata. L’indicazione, tra l’altro andrebbe accompagnata, dall’informazione al consumatore che l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione di 1g almeno 30 minuti prima del pasto e di 1g subito dopo il pasto e quindi nessun effetto benefico da questo punto di vista si ottiene mangiando ad esempio una piadina o una piazza al carbone vegetale..
1) E’ ammissibile la produzione di un ‘prodotto della panetteria fine’ denominato come tale, che aggiunga agli ingredienti base (acqua, lievito e farina), tra gli altri, anche il carbone vegetale come additivo colorante e nelle quantità ammesse dalla regolamentazione europea in materia (Reg. CE 1333/08 All. II Parte E);
2) non è ammissibile denominare come “pane” il prodotto di cui al punto 1, né fare riferimento al “pane” nella etichettatura, presentazione e pubblicità dello stesso, tanto nel caso in cui trattasi di prodotto preconfezionato quanto nel caso di prodotti sfusi (Articolo 18, Legge 580/67).
3) non è ammissibile aggiungere nella etichettatura, presentazione o pubblicità del prodotto di cui al punto 1 alcuna informazione che faccia riferimento agli effetti benefici del carbone vegetale per l’organismo umano, stante il chiaro impiego dello stesso esclusivamente quale additivo colorante.
CNA Alimentare di Pesaro e Urbino inoltre dichiara che non c’è accordo nella Comunità internazionale sulla salubrità del carbone vegetale,
Quello che è certo è che il carbone attivo “lega” ed elimina tutte le sostanze che incontra nel tratto gastrointestinale, rendendo quindi inefficaci anche eventuali farmaci salvavita che si siano assunti in concomitanza.
CNA Alimentare di Pesaro e Urbino, in conclusione, invita a non cedere alle mode e fare comunque un uso corretto (e limitatamente ad alcuni prodotti), del carbone vegetale. Nel frattempo CNA Alimentare ha chiesto un incontro urgente alla Direzione Sanitaria della Regione Marche per stilare una disciplinare che regoli l’usi di tale additivo.