Con il decreto “Rilancio”, nell’ambito delle misure in materia di sostegno all’economia e alle imprese, il Governo ha previsto l’aliquota al 110% per la detrazione delle spese sostenute a fronte di specifici interventi di efficientamento energetico e di adeguamento sismico delle abitazioni, il cosiddetto “Superbonus”.
Il provvedimento si pone due obiettivi: da un lato, riqualificare il patrimonio immobiliare italiano e, dall’altro, rilanciare la filiera dell’edilizia che ormai da 14 anni sta attraversando una crisi profonda che l’emergenza sanitaria del 2020 ha ulteriormente aggravato.
Al fine di valutare il grado di interesse dei committenti e di indagare le difficoltà che si incontrano nella fruizione del “Superbonus”, la CNA ha promosso una indagine tra le imprese della filiera delle costruzioni.
Dall’analisi emerge una grande aspettativa sull’efficacia della misura. Circa l’80% degli intervistati sostiene che la stessa saprà dare nuovo impulso alla filiera dell’edilizia, anche in termini di assunzioni.
Al contempo sussistono alcune criticità legate agli impedimenti tecnici. Nel 45% dei casi, il committente scopre che non tutti i lavori che intendeva realizzare rientrano tra quelli previsti dalla norma, mentre nel 13% dei casi i lavori non partono a causa di difformità catastali.
La complessità riguarda non solo la procedura, ma anche la normativa che regola il “Superbonus”. L’84,9% degli intervistati dichiara infatti che dovrà avvalersi di intermediari per affrontare al meglio le fasi di pianificazione amministrativa e finanziaria. Le difficoltà interpretative riguardano sia gli adempimenti richiesti, sia il passaggio cruciale della cessione del credito d’imposta.
In particolare lo sconto in fattura risulta essere uno strumento non sostenibile per le imprese più piccole. Tra le micro, meno di una su quattro si dice disponibile ad accettare una eventuale richiesta.
Il “Superbonus” sembra essere, in definitiva, lo strumento adatto a generare una scossa in un settore che vive da anni una crisi profonda, ma resta la necessità di semplificare al più presto la disciplina che lo regola.
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