Le imprese dell’acconciatura e dell’estetica dopo il lockdown

  • Data di pubblicazione: Maggio 2020
  • Autori:  Centro Studi , Unione Benessere e Sanità
  • Area Tematica:  Settori d'Impresa
  • Tipologia:  Indagini monografiche
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Le imprese di acconciatura ed estetica sono state le prime a chiudere e tra le ultime a riaprire.

Inoltre le norme sul distanziamento sociale, introdotte per arginare l’emergenza sanitaria da Covid-19, hanno avuto importanti ripercussioni sull’operatività degli operatori del “benessere” (acconciatori, estetisti, etc.). Questi ultimi, in ragione del contatto ravvicinato tra la clientela e chi fornisce il servizio, devono infatti rispettare rigidi protocolli di sicurezza, la cui adozione comporta ricavi più contenuti e costi di gestione più elevati rispetto alla situazione pre-pandemia.

La CNA ha realizzato un’indagine di campo per valutare lo stato di salute di un settore che, con 135 mila imprese e 260 mila addetti, partecipa in maniera determinante all’economia italiana.

I principali aspetti analizzati riguardano l’entità dei costi sostenuti per adeguarsi alle misure di sicurezza; l’evoluzione organizzativa; l’andamento dell’attività economica prima e dopo il lockdown; l’eventuale variazione dei prezzi dei trattamenti offerti.

Dall’analisi emerge che le imprese intervistate stanno affrontando una drastica diminuzione della produttività: il tempo dedicato a ciascun cliente è infatti sensibilmente aumentato, perché maggiori sono le attività necessarie per offrire i servizi in sicurezza. Questo aggravio in termini di tempo comporta una riduzione del numero di clienti e, quindi, del fatturato.

Il ricorso a strumenti quali l’allungamento dell’orario di lavoro o la turnazione dei dipendenti rappresentano essi stessi un ulteriore costo e non consentono, in ogni caso, di recuperare i livelli di produttività pre-Covid.

Alla riapertura le imprese hanno dovuto affrontare anche importanti costi legati alla riorganizzazione delle postazioni di lavoro e dei locali in adeguamento alle misure di contenimento del contagio, oltre agli ulteriori aggravi economici legati all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e di prodotti specifici per l’igienizzazione di locali, strumenti e postazioni di lavoro.

In definitiva, a fronte degli enormi sacrifici richiesti fin dall’inizio dell’emergenza con le chiusure anticipate, le imprese del “benessere” continuano a garantire continuità di lavoro ai propri dipendenti e servizi a prezzi praticamente inalterati ai propri clienti, sobbarcandosi direttamente gran parte dell’aumento dei costi subiti. 

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