Misure per il credito. Il decreto “Cura Italia” e il decreto “Credito e liquidità” secondo le imprese

  • Data di pubblicazione: Maggio 2020
  • Autori:  Centro Studi CNA , Dipartimento Politiche Industriali
  • Area Tematica:  Credito
  • Tipologia:  Indagini monografiche
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Con la chiusura dell’economia italiana decretata dal Governo nell’ultima settimana di marzo, è stato subito chiaro che la carenza di credito e liquidità avrebbe potuto mettere a serio rischio la continuità di molte imprese. Nei primi due provvedimenti emanati dall’inizio dell’emergenza, il decreto “Cura Italia” e il decreto “Liquidità”, il Legislatore prevedeva dunque tre misure aventi come obiettivi a) una moratoria sui finanziamenti in essere, b) la possibilità di accedere a nuovi finanziamenti garantiti dallo Stato e c) la possibilità di rinegoziare le linee di credito con l’aggiunta di nuovi finanziamenti pari ad almeno il 10% dell’ammontare di quelli esistenti.

Per raccogliere l’opinione delle imprese circa le misure messe in campo dal Governo, la CNA ha promosso un’indagine i cui risultati possono essere così sintetizzati:

  • dei tre strumenti governativi messi in campo, la moratoria sui finanziamenti risulta quello che ha raccolto maggiore favore fra le imprese. Già noto e rodato, esso è stato richiesto da un numero considerevole di imprese risultando di facile utilizzo, a prescindere dalla loro dimensione. La moratoria è stata infatti richiesta da quasi la metà delle imprese (il 47,6%);
  • quanto al nuovo credito, questo provvedimento appare complessivamente meno capace di offrire rapidamente un ristoro finanziario alle piccole imprese in tempi di emergenza. Infatti, nonostante sia stato richiesto da un numero considerevole di imprese (circa il 54%), i tempi di istruttoria impiegati dalle banche sono risultati decisamente lunghi;
  • la rinegoziazione dei finanziamenti accompagnata dall’erogazione di un nuovo finanziamento presenta diversi elementi di criticità ed è stata richiesta solamente dal 13% delle imprese.

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