RAPPORTO FINALE TRASMISSIONE DI IMPRESA

  • Data di pubblicazione: Novembre 2024
  • Autore:  Area Studi e Ricerche
  • Area Tematica:  Artigianato
  • Tipologia:  Indagini monografiche
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Con la realizzazione di questa vasta indagine (sono stati coinvolti circa 1800 imprenditori associati), l’area Studi e Ricerche di CNA ha inteso indagare un tema che ha assunto enorme rilevanza a fronte della progressiva senilizzazione della base imprenditoriale del Paese.

Al riguardo, basti pensare che solo dieci anni fa le imprese guidate da persone con più di 50 anni erano il 50,3% del totale, mentre oggi hanno raggiunto il 63%. 

In ogni caso il “passaggio di testimone” è un’esigenza che presto o tardi fa la sua comparsa nel panorama delle scelte che ogni imprenditore deve compiere.

Le imprese possono essere trasmesse ai figli o ad altri parenti, possono essere cedute a terzi, possono essere affittate.  In ogni caso, quale che sia la volontà dell’imprenditore, è necessaria un’attenta istruttoria che tenga conto di tutti i fattori in gioco, tra cui la situazione previdenziale dell’imprenditore stesso.  Si tratta di un processo complesso, che richiede preparazione, acquisizione di informazioni, supporto consulenziale.

Per evitare di trovarsi spiazzati ed essere costretti ad intervenire con soluzioni affrettate è bene muoversi con una logica “anticipatoria”, attraverso una adeguata pianificazione dopo aver definito precise strategie. Poi occorre guidarne l’attuazione.

Due elementi che emergono in maniera nitida dai dati dell’indagine attestano le criticità che caratterizzano l’approccio della maggior parte dei piccoli imprenditori al tema di in oggetto:

  • il primo riguarda la prevalenza dei fattori emotivi rispetto alle scelte improntate ad elementi di concretezza e razionalità;
  • il secondo si appunta sulla scarsa attenzione per i tempi lunghi che il processo di transizione inevitabilmente richiede.

Sul primo fronte si rileva che la gran parte degli imprenditori ultracinquantenni (l’89,1%) esprimono il forte desiderio che la loro impresa possa avere un futuro anche quando smetteranno di occuparsene. Purtroppo questa percentuale scende al 51,7% depurando il dato da tutti coloro che ritengono di non poter far nulla di concreto al riguardo, considerandolo un ambito che non dipende dalle azioni concrete che possono intraprendere. In pratica, tendono a derubricare la questione come una sorta di desiderio implicito, qualcosa che è riconducibile all’affezione per la loro “creatura”, più che ad una concreta e legittima ambizione da perseguire attraverso atti intenzionali ben precisi (e finanche onerosi). A ciò occorre aggiungere che la quota dei titolari intenzionati ad attivarsi concretamente scende al 41,6% considerando le sole micro-imprese (sotto i 5 addetti).

In merito al secondo punto, desta certamente preoccupazione la presa d’atto del diffuso “atteggiamento attendista” che sembra caratterizzare la maggior parte degli intervistati. Infatti, il 63,1% degli imprenditori (e si arriva al 68,4% tra coloro che conducono micro-imprese) dichiarano che si occuperanno della trasmissione d’impresa “solo quando arriverà il momento di farsi da parte”.

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