Quali sono le reali intenzioni della Regione Toscana verso il sistema produttivo regionale? questa la domanda che si pongono i Presidenti regionali delle Associazioni dell’artigianato, Valter Tamburini (CNA Toscana) e Giovan Battista Donati (Confartigianato Imprese Toscana).
“Abbiamo appreso dalla delibera della Giunta Regionale n° 954 del 6 ottobre scorso – spiegano i due presidenti – che sono state ridefinite le strategie regionali di accesso al credito, ossia la famosa “ingegneria finanziaria” della Regione, trasformando gli strumenti fino ad oggi a disposizione per le imprese sia per fare investimenti che per avere un accesso al credito conveniente”.
In particolare con la delibera sopraindicata:
- le disponibilità attuali dei famosi fondi rotativi di competenza della Direzione Attività produttive, allocate presso i rispettivi gestori (cioè FidiToscana, Artigiancredito Toscano, Artigiancassa), al netto degli impegni già assunti per le graduatorie approvate e finanziate e eventuali rettifiche, dovranno essere riversati al bilancio regionale (non si sa per quale finalità), con la precisazione che solo per la parte comunitaria ci saranno nuovi interventi a favore delle imprese (CIRCA IL 25%)
- viene definita per la graduatoria dei fondi rotativi la nuova data del 23 ottobre (ossia domattina!) con le seguenti risorse: € 3.000.000 + 7.918.466 (ci risulta che tali risorse serviranno per coprire le domande della sezione industria al 30/06/2015);
- I fondi di garanzia proseguiranno fino ad esaurimento delle rispettive dotazioni soprattutto per quanto riguarda gli “investimenti” e la “garanzia a sostegno all’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di ammortizzatori sociali”, fondi che iniziavano a scarseggiare visto anche il nuovo lancio della garanzia legata al pacchetto “Creazioni di impresa”;
- I fondi di garanzia legati alla liquidità rimarranno solo a sostegno delle imprese colpite dalle calamità naturali;
- Il fondo microcredito per imprese colpite da calamità naturali rimarrà fino al 31/03/2016.
Commentano Tamburini e Donati: ”Su provvedimenti di vitale importanza per le piccole imprese toscane non siamo neppure stati consultati. Noi da anni consigliamo alle nostre aziende di pianificare per tempo e di fare gli investimenti in modo attento, mentre non fa altrettanto chi guida la nostra Regione, che adesso ci impone tempistiche diverse e, soprattutto, senza sapere se c’è o ci sarà una nuova programmazione europea a favore delle imprese”.
“Siamo veramente preoccupati – continuano i due presidenti – poiché temiamo che questo significhi la chiusura dello strumento dei fondi rotativi, creato nel 1997 dalla Regione Toscana, prima in Italia, che da allora ha sempre funzionato ottimamente tanto che, nonostante da oltre cinque anni, specie per la sezione Artigianato, non sia più stato rifinanziato, ha permesso comunque ad una vastissima platea di imprese toscane di avere, in carenza di risorse fresche, uno strumento valido ed efficiente per gli investimenti, proprio nel periodo di credit crunch in cui la Regione si è sostituita alle banche. Tutto questo senza considerare i risvolti legati alla domanda di pagamento che la Regione ha fatto alla UE, per la quale i fondi rotativi da ben dieci anni contribuiscono ad evitare il disimpegno delle risorse comunitarie, assorbendo anche le dotazioni di settori che non riescono a spendere i fondi nei tempi imposti dalle norme comunitarie”.