R.E TE. Imprese Italia ha sostenuto una riforma del sistema delle Camere di Commercio che, senza snaturare lo spirito originario della L. 580 del 1993, riuscisse a renderle strumenti sempre più efficienti ed efficaci al servizio delle imprese.

Le Camere di Commercio – oggi profondamente riformate dal decreto legislativo di attuazione della Riforma della Pubblica amministrazione – si sono, infatti, dimostrate nel tempo sempre più come uno strumento utile per accompagnare e sostenere le imprese, specie quelle di minore dimensione, per promuovere le economie territoriali, per assicurare la trasparenza, la sicurezza e la legalità dell’agire economico. Ed è proprio grazie alle scelte compiute con la Legge 580 del 1993 che si è realizzato quel modello misto pubblico/privato di un ente locale amministrato da rappresentanti delle categorie produttive che ha permesso alle stesse Camere di svolgere efficacemente il proprio ruolo e di dare concretezza alla democrazia economica.

Basti pensare alla scelta di affidare alle Organizzazioni di rappresentanza delle imprese il compito di esprimere gli amministratori degli Enti camerali superando il modello centralistico e burocratico di nomina degli Organi camerali da parte del Ministro dello Sviluppo Economico che aveva caratterizzato la lunga fase precedente.

Sono proprio questi principi e questi valori che R.E TE. Imprese Italia vuole ribadire anche nella fase di attuazione di quest’ultima riforma. Il ruolo delle Camere come istituzioni pubbliche locali dotate di autonomia funzionale che svolgono funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese sulla base del principio di sussidiarietà.

Non solo un ente amministrativo, ma l’istituzione portante della coesione economica e sociale di un territorio, espressione della democrazia economica. Occorre che la riforma venga attuata con profondo buon senso, senza operare forzature e senza snaturare il modello di sussidiarietà e di coerenza con il tessuto economico locale sopra descritto.

R.E TE. Imprese Italia ritiene che le nuove procedure debbano essere affrontate in un’ottica di lungo periodo che metta al centro l’interesse delle imprese e dei territori, senza adottare scelte basate solo sulla contingenza, in primis quella, pur comprensibile, di recuperare risorse per l’azione del Sistema camerale.

In quest’ottica, ad esempio, siamo favorevoli ad un aumento del 20% deliberato dalle singole Camere di Commercio, condizionato alla condivisione e compartecipazione da parte dei sistemi associativi, a partire da quelli locali, ai progetti azioni e programmi “a misura” delle economie territoriali. Non siamo, quindi, favorevoli ad un aumento del diritto annuale che risponda esclusivamente agli indirizzi dell’esecutivo senza tenere nell’adeguata considerazione le esigenze dei diversi territori e delle imprese di quei territori.

Questo per garantire che la comunità delle imprese chiamate a versare la maggiorazione siano le effettive beneficiarie degli interventi di promozione e sviluppo, impedendo che tali risorse siano genericamente destinate a finanziare attività, seppur utili, ovvero senza alcun vincolo di destinazione territoriale.

La destinazione delle risorse, pur nell’ambito delle linee strategiche unitarie, deve essere rimessa all’autonoma scelta degli Enti camerali, senza trasformare questi ultimi in meri esecutori di scelte adottate altrove.

In conclusione, R.E TE. Imprese Italia sostiene ed accompagna l’attuale processo di riforma, pur ribadendo con forza le richieste avanzate sin dall’inizio del cammino della legge delega: riformare seriamente il Sistema camerale, rendendo le Camere più efficaci e meno costose per le imprese, pur mantenendo inalterati i caratteri distintivi dell’esperienza delle Camere di Commercio in Italia a partire dalla Legge n. 580/93.

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