Proseguono le visite da parte dei vertici CNA presso le imprese associate colpite dall’alluvione dello scorso settembre, dopo la visita della settimana scorsa a Lugo presso la ditta Unitec, che ha subito circa 15 milioni di euro di danni, ieri sono state visitate tre realtà a Cotignola e Traversara.
La delegazione era composta, tra gli altri, dai presidenti CNA Emilia-Romagna, Paolo Cavini, e CNA Ravenna, Matteo Leoni, il segretario della CNA regionale, Diego Benatti, e il direttore di CNA Ravenna, Massimo Mazzavillani. Presenti alla visita anche i presidenti delle CNA comunali dei territori coinvolti, per Cotignola Nicola D’Ettorre e per Bagnacavallo Orietta Caravita.
La prima impresa visitata è stata Confezioni Cristina di Cotignola, con il titolare Stefano Tanesini che ha raccontato di aver subito due alluvioni, l’ultima delle quali ha causato danni maggiori rispetto a quella di maggio 2023. “I danni della precedente alluvione ammontavano 250mila euro, ero riuscito a ripartire anche grazie all’e-commerce e alla grande solidarietà sotto forma di acquisto con pagamento anticipato dei nostri prodotti, con l’impegno da parte nostra a consegnarli entro sei mesi dall’alluvione. Ora l’azienda, anche grazie a questa liquidità ed un mutuo, era sana e l’attività era ripresa discretamente, avevo ricomprato le macchine e avevo il magazzino pieno di stoffe: è andato tutto perso. Ora sto verificando se riesco a far ripartire qualche macchina. Anche per questa alluvione, ho ricevuto oltre 350 email di clienti che mi dimostravano la loro vicinanza, mi ha dato forza ma siamo davvero soli, abbandonati dallo Stato, che almeno in questo momento dovremmo sentire più vicino, ed invece subiamo solo la burocrazia. Avevo provato a fare le domande per i ristori, ma alla fine o fai quelle o lavori, perché la burocrazia è davvero troppa. Questi, per me, sono giorni di riflessione, vedrò se continuare l’attività, ne sto parlando anche con le nostre dipendenti. Sono abbastanza demoralizzato”.
La seconda impresa visitata è stata la ditta Randi Renzo e C., nella seconda area artigianale di Cotignola, che produce grigliati e prodotti di carpenteria metallica. “Abbiamo avuto anche in questo caso, dopo la bomba d’acqua della primavera 2024, circa 65 cm d’acqua che ha allagato i nostri 3mila metri di capannone, mandando sott’acqua e fango trapani, saldatrici e altri macchinari che usiamo per la produzione, oltre a prodotti finiti e materie prime. Abbiamo danni per decine di migliaia di euro ed abbiamo i tecnici al lavoro per capire cosa riusciremo a salvare, stiamo cercando di pulire e lavare tutto, con un encomiabile lavoro dei nostri dipendenti. Abbiamo tanti ordini da evadere ma non possiamo lavorare e questo ci crea grandi problemi, non è possibile che ogni sei mesi finiamo sott’acqua. Siamo abbandonati: ho provato a fare le pratiche, ma tanto non ci daranno niente. Ci rialzeremo da soli, ma le Istituzioni devono garantire almeno le opere di messa in sicurezza del territorio. Noi, finché siamo qua non molliamo”.
L’ultima tappa è stata nella frazione più colpita, Traversara di Bagnacavallo, dove non ci sono grandi imprese produttive, ma alcune attività di servizio, come appunto il parrucchiere Roberto Zattini, colpito da acqua e fango arrivata con estrema violenza a causa della rottura arginale.
“Domani saremo in grado di riaprire grazie alla solidarietà di tanti colleghi che mi hanno donato degli arredi e le minime attrezzature, ho già l’agenda piena, perché in tanti ci vogliono aiutare. E’ già arrivata una nuova allerta e forse dovremo evacuare, per cui valuteremo se rinviare l’apertura. Io sono in pensione e potevo anche mollare, ma voglio riaprire per dare un piccolo servizio al paese, se mollo io e altri colleghi, come l’alimentari e il bar, questa frazione morirà di sicuro”.
“Continueremo a fare tutto ciò che possiamo per non lasciare da sole le nostre imprese associate – dichiarano Leoni e Mazzavillani – e a cercare di non far spegnere i riflettori su questa situazione, per richiedere alle Istituzioni di cambiare passo, predisponendo nuove opere di messa in sicurezza e di semplificare le procedure d’indennizzo. La soluzione non può essere rappresentata dalle assicurazioni obbligatorie che il Governo ha introdotto e per questo abbiamo scritto a tutti i parlamentari per modificare la norma, così come vigileremo perché nella prossima Legge di Stabilità siano previste le risorse per realizzare le opere di messa in sicurezza. Serve inoltre – concludono Leoni e Mazzavillani – un piano progressivo che parta nell’immediato con aree ad allagamento controllato per alleggerire la pressione dei fiumi ed evitare sormonti o rotture arginali drammatiche, oltre a realizzare nel giro di pochi anni nuove opere come vasche di laminazione, arretramenti arginali, dragaggi puntuali, briglie ed altri sistemi per gestire le acque partendo dalla collina; è chiaro a tutti che la sola manutenzione non è più sufficiente per affrontare il cambiamento climatico”.