L’Unione europea ha assegnato all’Italia 209 miliardi di euro di cui 82 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto e 127 miliardi di prestiti agevolati.
I soldi vengono dai 750 miliardi del Recovery fund e verranno presi in prestito dall’Unione europea. Ma nella corsa ai fondi europei, le piccole e medie imprese temono di essere tagliate fuori.
“Come CNA chiediamo politiche e iniziative concrete per le piccole e medie imprese, in particolare per le micro che rappresentano gran parte di questo mondo imprenditoriale. Chiediamo delle misure dedicate che siano articolate in base alla dimensione, in modo da non lasciare fuori i piccoli” spiega Elisa Vitella, responsabile di CNA Bruxelles, ai microfoni di Euronews.
Secondo la definizione europea le piccole e medie imprese contano da un minimo di dieci a un massimo di 250 dipendenti, mentre le microimprese hanno da uno a nove dipendenti.
L’Italia deve presentare i progetti per accedere ai finanziamenti europei entro ottobre. Priorità verrà data a digitalizzazione, infrastrutture e green economy. Per le piccole e medie imprese il Recovery fund potrebbe rappresentare un’opportunità per lanciarsi nell’e-commerce e usare energie pulite.
“I soldi vanno spesi bene – ricorda l’eurodeputata del PD in Commissione Industria, Patrizia Toia – perché l’Europa sarà molto severa sulla qualità dei progetti e sulla loro realizzabilità. Il passaggio di esame europeo, però, dobbiamo viverlo come uno stimolo a dare il meglio di noi.”
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