Tra le misure di sostegno alle start up innovative, introdotte dal Decreto Legge 179/2012, vi è la possibilità di remunerare i dipendenti e i collaboratori attraverso strumenti finanziari di partecipazione al capitale sociale.
Il vantaggio per le start up innovative risiede nel fatto che, attraverso l’utilizzo di tale strumento, esse possono sopperire ad eventuali carenze di liquidità, mentre, i dipendenti e i collaboratori, accettando di essere retribuiti in questo modo, saranno esclusi dal prelievo contributivo e da quello fiscale, in quanto la disciplina stabilisce che il reddito da lavoro derivante dall’assegnazione di tali strumenti finanziari non concorre alla formazione del reddito imponibile.
E’ importante sottolineare che nel caso di dipendenti (o di amministratori che sono anche dipendenti) si tratta di una forma di retribuzione collegata alla parte variabile del compenso, relativa alla redditività dell’impresa, alla produttività del lavoratore o ad altri parametri concordati tra le parti.
Al riguardo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato una guida sintetica che esemplifica i passaggi necessari che il management della start up innovativa deve compiere per l’adozione di “piani di incentivazione equity” a favore dei dipendenti e dei collaboratori.
La guida descrive l’iter di approvazione del piano con l’indicazione degli adempimenti procedurali che la start up è tenuta a compiere, oltreché gli esempi delle principali clausole che un piano di incentivazione equity può contenere e dei diversi strumenti finanziari oggetto del piano.