Semplificare la P.A. così da ridurre di 9 miliardi il costo degli oneri burocratici significherebbe farne guadagnare 16 al sistema economico. E’ quanto emerge nello studio su crescita e semplificazione realizzato da Rete Imprese Italia insieme con il Cer (Centro europa ricerche), presentato oggi a Roma, alla presenza, tra gli altri, del Ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia.
“Il Dipartimento per la Funzione Pubblica quantifica in oltre 30 miliardi gli oneri amministrativi sopportati annualmente dal sistema delle Pmi. Una cifra equivalente al 2% del Pil”, si legge nella ricerca. “Sempre secondo il dipartimento, circa un terzo di questi costi (8,9 miliardi) potrebbe essere eliminato”.
I calcoli del Cer si basano su un periodo di quattro anni, accompagnato da un programma di eliminazione delle complicazioni legate agli adempimenti amministrativi.
Altri dati indicano che un dipendente di una piccola o media impresa deve dedicare circa un mese del suo lavoro a sbrigare le varie pratiche burocratiche e che sono 70 le date che una Pmi deve appuntare sul calendario, tante infatti sono le scadenze fiscali da ricordare ogni anno.
Le giornate passate da un addetto per venire a capo di tutti gli adempimenti amministrativi previsti “sono aumentate nel corso della crisi: da 26 nel 2008 a 30 nel 2013 (+7%), passando per un massimo di 32 nel 2010 (+14% rispetto al valore pre-crisi)”. Inoltre, si legge nel rapporto, “il 60% delle Pmi ritiene che l’incidenza degli oneri amministrativi sia aumentata negli ultimi anni, soprattutto a causa di norme più numerose e complicate”.
“Chiediamo al governo un impegno straordinario sulla riforma della Pubblica amministrazione, con il pieno coinvolgimento delle aziende”. Così il presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, a margine della presentazione del rapporto. “Abbiamo un bisogno assoluto di buona burocrazia, che consenta agli imprenditori di lavorare con poche e semplici regole”, ha aggiunto.
“Il 21 novembre a Torino presenteremo tutte le innovazioni della P.A. che passa per il digitale”, ha replicato il ministro Madia. L’attenzione sarà concentrata in particolare sull’avvio dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (la Anpr sostituirà le ottomila esistenti) e sul cosiddetto pin unico ovvero il Sistema pubblico di identità digitale (Spid).
“Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va, deve essere licenziato” ha detto il ministro Madia, riferendosi alle “recenti cronache”. Anche se, ha aggiunto , “non è vero che tutti i dipendenti P.a. siano fannulloni”.
In allegato lo studio su crescita e semplificazione realizzato da Rete Imprese Italia insieme con il Cer.