Uniti è meglio, l’impegno della CNA di Ascoli per la crescita. Reti di piccole imprese per accedere a mercati più ampi, per realizzare progetti condivisi e per avere più risorse da investire in ricerca e innovazione. Cresce anche nel Piceno la consapevolezza che l’unione fa la forza anche per quanto riguarda le dinamiche economiche. All’inizio del 2015 in provincia le reti che coinvolgevano imprese Piceno erano 16 con 30 aziende interessate a vari progetti sinergici. E dal 2012 al 2015 il numero delle imprese del territorio che hanno scelto questa forma di aggregazione sono quasi raddoppiate. “Qui da noi il numero di imprese coinvolte è ancora basso – è il commento di Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli – ma l’incremento negli anni fa ben sperare. Come CNA stiamo lavorando da tempo a far sì che la cultura della sinergia e della rete si radichi nelle piccole e piccolissime imprese che, per le loro dimensioni, hanno difficoltà a strutturarsi per ampliare il loro mercato o per avviare un piano di innovazione di prodotto o di sistema”.
La validità del sistema in rete è confermato dal fatto – sempre stando ai dati diffusi dal Centro studi della CNA regionale – che ben il 77 per cento delle imprese che hanno messo in atto tali contratti hanno meno di venti dipendenti. “La rete permette inoltre – aggiunge il presidente della CNA Picena, Luigi Passaretti – di esaltare peculiarità ed eccellenze del territorio. Non a caso quasi il 90 per cento delle imprese che si sono unite in rete lavorano nella stessa provincia o in province limitrofe della regione”. Fra le imprese “in rete” la percentuale più alta spetta al comparto dei servizi per le imprese e dei servizi turistici (29,1 per cento del totale operano in fatti nel campo dell’accoglienza, del commercio all’ingrosso e dei servizi professionali). Buon numero di aggregazioni anche nel campo delle costruzioni (16,7 per cento) e dell’agroalimentare (8,8 per cento).
“Il servizio di consulenza alle imprese che offre la CNA riguardo la creazione di rete sarà sempre più attento perché l’analisi disaggregata dei dati ci conferma che c’è ancora molto da lavorare”, così il direttore Balloni precisa l’azione dell’Associazione. Sulla base del fatto che oltre il 50 per cento delle imprese Picene che si sono unite in rete lo hanno fatto per la necessità di ampliare il mercato, mentre il 17 per cento per perseguire l’obiettivo di innovare, il 13 per cento per incrementare l’export e l’11 per cento per migliorare la promozione commerciale. Ancora molto poche, invece, le aggregazioni per obiettivi strutturali più articolati, come la subfornitura (6 per cento) o per creare gruppi di acquisto (appena il 2 per cento) che evitino alle piccole imprese di sottostare alle regole dei grandi gruppi che fanno il mercato.