Riapertura dei cinema il 26 aprile? Per CNA Cinema e Audiovisivo Marche si tratta di una pia illusione e di un annuncio che non avrà sostanziali effetti pratici. “Se le regole e i protocolli rimangono quelli che il Governo e il Comitato tecnico scientifico hanno annunciato nei giorni scorsi, chi mai verrà al cinema con la chiusura obbligatoria delle sale prevista alle 22? – afferma il responsabile degli esercizi di CNA Cinema e Audiovisivo Marche, Massimiliano Giometti – Si tratta di un coprifuoco che riduce di fatto le proiezioni ad un massimo di due o tre spettacoli, a meno che non si voglia aprire i cinema al mattino”.
Il problema, però, non è solo il numero limitato di spettacoli, con peraltro capienza delle sale ridotta al 50%. “La questione più grande – prosegue Giometti – è come fare ad avere i film dalle distribuzioni. Le nuove pellicole hanno infatti bisogno di avere almeno un mese di tempo tra promozione e di una distribuzione vera e propria. Ma non è tutto. Le case non pensano affatto di distribuire film nuovi nelle sale se non sanno di avere almeno l’80% degli esercizi aperti in tutto il Paese. La distribuzione nei cinema deve poter contare infatti sulla gran parte degli esercizi regolarmente aperti che sono in grado di proiettare film in più spettacoli, e dunque con incassi sicuri ai botteghini, altrimenti sceglie le più redditizie piattaforme digitali”.
Secondo Giometti, quindi, saranno pochi i gestori che saranno in grado di richiamare al lavoro i propri dipendenti non avendo film da promuovere. Ma non è tutto. Per il responsabile degli esercizi di CNA Cinema e Audiovisivo Marche rimangono dei protocolli che certo non agevolano gli appassionati a tornare in sala: “Fortunatamente è decaduta l’ipotesi di presentarsi al botteghino con un tampone molecolare fatto nelle ultime 24 ore. Ma rimane pur sempre l’obbligo di indossare una mascherina FFP2 per tutta la durata del film. Il distanziamento sociale definito dai protocolli, ed in via preferenziale la prenotazione online. Come dire: bisogna essere proprio convinti per uscire di casa e andare al cinema a vedersi un film al pomeriggio”. E c’è pure un altro problema. “I gestori delle multisale non possono aprire nemmeno i bar interni e questo significa perdere un’importante fonte di guadagno. Oltretutto con queste premesse tra poco finirà la cassa integrazione per i dipendenti”. Per Giometti insomma le prospettive sono tutt’altro che rosee.
Eppure una speranza per il responsabile del gruppo di multisale più grande del centro Italia c’è. “È verosimile, rivedendo alcuni parametri che i cinema ed in particolare le multisale possano riaprire, ma non prima di un mese e cioè attorno alla fine di maggio anche se sarà comunque faticosa la promozione dei film che coincide con l’arrivo della bella stagione. L’unica prospettiva nell’immediato – conclude – rimangono le arene estive: almeno lì e con le proiezioni all’aperto avremo meno limitazioni e la possibilità di avere più spettatori”.