La recente revisione del Codice della Strada ha suscitato un acceso dibattito riguardo all’efficacia delle sole misure punitive per migliorare la sicurezza stradale.
Pur condividendo il principio ispiratore delle modifiche, e sebbene l’inasprimento delle sanzioni possa sembrare una soluzione immediata e necessaria, riteniamo che è fondamentale considerare come la guida responsabile si basi su un insieme complesso di fattori culturali, educativi e infrastrutturali.
La sicurezza stradale non può essere garantita semplicemente intimorendo gli automobilisti con pene più severe. È essenziale promuovere una cultura della responsabilità alla guida, che deve iniziare fin dalla giovane età, attraverso l’educazione e la formazione. La famiglia, la scuola e le istituzioni hanno un ruolo cruciale nell’insegnare il rispetto delle norme e la consapevolezza dei rischi legati alla guida.
In aggiunta, per l’autotrasporto professionale, le condizioni infrastrutturali giocano un ruolo determinante nel garantire la sicurezza sulle strade.
Manutenzione, programmata e di qualità, delle strade e delle infrastrutture, garanzia di una adeguata velocità commerciale, aree di sosta idonee e percorsi alternativi sicuri, sono tutti elementi che possono influenzare positivamente il comportamento degli autisti. In particolare, per gli autotrasportatori, che trascorrono gran parte della loro giornata sulla strada, l’assenza di queste condizioni può rendere difficile rispettare le norme, anche quando esiste la volontà di farlo.
La piena attuazione dell’Archivio nazionale delle strade, previsto sin dal lontano 1992, rappresenterebbe un passo in avanti significativo, per fornire dati utili a monitorare lo stato di percorribilità delle strade e a pianificare percorsi alternativi in caso di eventi eccezionali.
Solo attraverso un approccio integrato, che combini inasprimento delle sanzioni con garanzie di qualità delle infrastrutture e iniziative educative, sarà possibile migliorare realmente la sicurezza stradale.
È inoltre importante sottolineare che l’incremento delle sanzioni, sebbene possa avere un impatto immediato, può anche generare frustrazione tra gli autotrasportatori.
A esempio, la sospensione breve della patente, associata alle violazioni, anche minime, dei tempi di guida e di riposo, appare una punizione ingiusta, soprattutto in un contesto in cui le condizioni di lavoro e le infrastrutture non supportano un rispetto rigoroso delle normative.
Per affrontare seriamente i problemi di sicurezza stradale è necessario un approccio olistico che vada oltre l’aumento delle sanzioni e che consideri le reali condizioni in cui gli autotrasportatori operano.
Solo così si potrà aspirare a un miglioramento tangibile della sicurezza sulle nostre strade.
Patrizio Ricci – presidente nazionale CNA Fita