“Il dibattito sulla riforma dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi va ripreso al più presto per concludere il ridisegno delle procedure, già avviato con la legge delega 155/2017 e il relativo Codice della crisi d’impresa, purtroppo stralciato durante la discussione parlamentare”. A chiederlo la delegazione CNA che ha partecipato all’audizione odierna in videoconferenza di fronte ai componenti della commissione Attività produttive della Camera sulla proposta di legge “Delega al governo per la riforma della disciplina dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato d’insolvenza”.
CNA apprezza “lo sforzo verso una riforma che sia caratterizzata da una forte coerenza sistemica, con l’obiettivo di contemperare le esigenze dei creditori e l’interesse pubblico alla conservazione del patrimonio nonché alla tutela dell’occupazione”. Nella proposta in discussione sembra riservata ai creditori “una maggiore tutela oltre che un maggiore controllo sull’effettiva possibilità di recupero dell’impresa in crisi”. Ma è necessario che, nell’ambito della “salvaguardia della continuità produttiva e dell’occupazione diretta e indiretta”, sia esplicitato come “per tutela dell’occupazione indiretta ci si riferisca a quella delle imprese fornitrici dell’impresa per cui si sta valutando l’accesso all’amministrazione straordinaria”. Non va dimenticato, infatti, che “la peculiarità dell’amministrazione straordinaria è costituita proprio dalla tutela dell’occupazione e del sistema produttivo”.
La chiave di volta per il buon esito della procedura, secondo CNA, va ricercata nella tempistica. Oggi, infatti, la procedura dura mediamente tra i dieci e i dodici anni e queste lungaggini non fanno che indebolire, se non svuotare, l’attivo patrimoniale. Vanno superati, quindi, “i formalismi burocratici che rendono il procedimento molto costoso” prevedendo “una procedura rapida che coniughi le esigenze del ceto creditorio e la salvaguardia dei livelli occupazionali”.
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