Contenere gli aumenti della Tari non basta. CNA chiede il blocco delle tariffe per le imprese, che non possono sostenere ulteriori aumenti dopo quelli a doppia cifra degli ultimi anni”. Questo il commento di Fabio Bezzi, direttore generale della CNA reggiana, a margine della notizia dell’aumento della tassa rifiuti tra un minimo dell’ 1,4% e un massimo del 2%, calmierato grazie al contributo straordinario della Regione Emilia Romagna. Una soluzione che secondo l’Associazione non è sufficiente per scongiurare gravi ripercussioni sui conti delle imprese, stremate da una pressione fiscale che sembra senza limiti.

“E’ inaccettabile ritrovarsi ogni anno a dover combattere l’aumento della Tari. Non è possibile che in una situazione di deflazione come quella attuale, calino diverse voci di costo tranne i rifiuti, che arrivano a pesare anche il 10% nei bilanci aziendali”.

“Quest’anno per legge c’è il divieto di aumentare le imposte – continua il direttore Bezzi – la Tari è l’unica rimessa alle decisioni dei Comuni, che sono in attesa delle deliberazioni di ATERSIR (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) per determinare le tariffe 2016. I Comuni devono tuttavia essere messi nelle condizioni di ottimizzare i costi al massimo. La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti devono  essere gestiti in un’ottica di contenimento dei costi sul territorio, per questo la politica deve assumersi le sue responsabilità e sfruttare al meglio gli impianti presenti a livello regionale”.

Un chiaro riferimento al dibattito sull’inceneritore di Parma che viene utilizzato al di sotto delle sue potenzialità con costi alti per il volere dell’amministrazione parmense, contraria a maggiori apporti di rifiuti.

“Oltre all’inceneritore di Parma c’è anche l’impianto di Modena, che per la nostra provincia può rappresentare una soluzione più vantaggiosa in termini di costi. Quello che manca – conclude il direttore CNA – è una visone d’insieme, una strategia comune per fare sistema e razionalizzare costi, infrastrutture, servizi. Per il 2016 si è fatta carico la Regione di calmierare i costi ma continuiamo pur sempre a parlare di aumenti, anche se minimi. Non possiamo gravare sempre sulle imprese. Dobbiamo riportare la pressione fiscale a livelli sostenibili, anche quella locale. Diversamente le imprese difficilmente potranno intraprendere, con forza, la strada della ripresa economica”.