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Riforma degli appalti. Nencini: “Istituzioni e imprese devono adeguarsi ai tempi e lavorare in rete”

Il messaggio del vice ministro Nencini al convegno della Cna Rovigo sulla nuova legge delega di riforma del codice degli appalti è stato chiaro: “I contenuti del codice vanno letti in una doppia direzione: sia le istituzioni sia le imprese devono adeguarsi ai tempi e saper lavorare in rete per sfruttare al meglio le semplificazioni del provvedimento. Vi è la grande necessità di lavorare anche su altri fronti come la fusione dei comuni, la semplificazione e condivisione dei regolamenti edilizi. Ma anche per l’impresa il tema rimane aperto sul come consorziarsi per partecipare ad una gara di appalto. Che voto possiamo dare alla legge? Tra il 7 e l’8 perché possiamo migliorare ma partiamo da una buona base!”

All’iniziativa di Cna Rovigo, patrocinata anche dal Collegio dei Geometri, hanno preso parte al Ridotto del Teatro Sociale un buon numero di imprese, amministratori e professionisti del settore.

La legge in sintesi interviene sulla semplificazione delle procedure in materia di appalti riducendo di un terzo gli articoli; oggi “solo” 227 rispetto ai 660 precedenti recependo il principio dello Small Business Act tanto richiesto dall’Unione Europea. Vengono introdotti inoltre l’obbligo, da parte della stazione appaltante, del pagamento diretto dei subappaltatori alle microimprese e in caso di inadempimento da parte dell’appaltatore o su richiesta del subappaltatore; la suddivisione in lotti di lavorazione o prestazionali per garantire alle micro e piccole imprese l’effettiva possibilità di partecipare agli appalti; la restituzione alle imprese della libertà di scelta del contratto da applicare; misure premiali per i concessionari che coinvolgano le Pmi negli appalti; l’applicazione dell’istituto dell’avvalimento; la possibilitàdi ricorso generalizzato al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; l’esclusione del ricorso al solo criterio del massimo ribasso per le gare ad alta intensità di manodopera; la riduzione degli oneri documentali a carico delle imprese in un’ottica di semplificazione; per il subappalto l’eliminazione dell’obbligo di nominare la terna nel sottosoglia.

La giornata, coordinata da Pier Giovanni Buson, ha visto i saluti di Lorenzo Masarà per la Cna Rovigo, di Antonio Fantoni, presidente di Cna Installazione e Impianti e di Guido Turchetti, presidente del Collegio dei geometri di Rovigo e gli interventi di Monica Pavan e Rinaldo Incerpi rispettivamente presidente di Cna Costruzioni Rovigo e presidente nazionale di Cna Costruzioni.

“Non è nuovo il fatto – ha commentato Pavan – che l’edilizia ha subito forti riduzioni negli ultimi anni anche se ora si nota qualche segnale positivo. Ci confrontiamo con logiche di risparmio, efficienza, sicurezza, risparmio fino ad arrivare alla limitazione del consumo del suolo. Esprimiamo soddisfazione per la legge – ha concluso Pavan – perché apre la possibilità anche all’impresa locale di confrontarsi con gli appalti pubblici avendo meno burocrazia a cui badare.”

“Finalmente si cambia passo – ha dichiarato Incerpi – Siamo partiti da un principio molto importante ovvero che da un eccesso di normativa e caos si va nella direzione dello snellimento. Il nostro mestiere è costruire! Ed è importante valorizzare il mondo delle piccole imprese che era l’obiettivo che ci siamo posti con la commissione europea.

Sul 94% delle piccole imprese – continua il presidente nazionale di Cna Costruzioni – solo il 13% era in condizione di partecipare direttamente agli appalti. Ora le nostre imprese hanno delle possibilità in più di partecipare alle gare arrivando così alla condizione di essere orgogliose di quello che fanno a casa loro.”

“Sono di casa in Cna e a Rovigo – ha commentato Nencini – Invito a dare una lettura provando a stare un metro sopra il tavolo, fuori dagli interessi che ognuno di noi può avere. Ci renderemo conto che siamo sulla buona strada e speriamo che da qui al 18 aprile i tempi siano idonei per arrivare all’approvazione della legge in Parlamento. Aver lavorato sulla cancellazione del massimo ribasso – ha chiarito il vice ministro alle infrastrutture – è stata una conquista perché insieme alla logica del massimo ribasso c’erano, per l’80%, delle variazioni del progetto esecutivo importanti che inficiavano l’esito della gara. Non è un caso che la Guardia di Finanza abbia rilevato che un’opera su tre in Italia è aggiudicata in maniera irregolare.”

 

 

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