Come è noto, il Parlamento europeo ha approvato il CETA, il Trattato economico di libero scambio tra UE e Canada, il cui obiettivo è quello di liberalizzare gli scambi attraverso l’abolizione dei dazi doganali tra le due Parti.
A questo proposito si ritiene opportuno segnalare che in materia di OGM le Parti si impegnano ad avviare una cooperazione rafforzata nell’ambito del dialogo bilaterale sulle questioni di reciproco interesse riguardanti l’accesso al mercato delle biotecnologie agricole, istituito con soluzione concordata il 15 luglio 2009 tra il Canada e l’Unione europea a seguito della controversia sorta nell’ambito WTO “Comunità europee-Misure che incidono sull’approvazione e sulla commercializzazione dei prodotti biotecnologici” WT/DS292.
Il dialogo bilaterale deve riguardare tutte le questioni relative, ad esempio, alla promozione di procedure di approvazione dei prodotti biotecnologici efficaci e basati su riscontri scientifici e alla cooperazione finalizzata a ridurre al minimo gli effetti negativi sul commercio delle prassi regolamentari concernenti i prodotti biotecnologici.
Tali previsioni incidono negativamente sulle disposizioni europee in materia di OGM: il rischio è la grave perdita di autonomia raggiunta dagli Stati UE nel vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio. Il Canada, seppure formalmente rispetti il principio di precauzione, non ritiene il principio vincolante sul piano commerciale. Infatti, non v’è traccia del principio di precauzione nel testo dell’Accordo.
Data la complessità della materia e tenuto conto delle conseguenze del CETA nel nostro sistema di regole di produzione e commercio, CNA Agroalimentare in quanto componente della Task Force No OGM, condivide la necessità, avanzata dal Coordinatore Stefano Masini, di un incontro finalizzato ad approfondire gli aspetti più problematici del Trattato.