Rivoluzione tecnologica, così le Pmi possono ‘cavalcarla’

Una bella Italia, quella descritta dal nostro segretario generale Otello Gregorini concludendo l’assemblea confederale di Ancona, mirata a rispondere alla domanda “Quale futuro vogliamo progettare?”.

“Il futuro non è già scritto – ha spiegato Gregorini – siamo noi a prepararlo. Come CNA ci stiamo impegnando da tempo a fare in modo che le nostre imprese possano cogliere tutte le opportunità, ed evitare tutti i rischi, che la rivoluzione tecnologica e l’irruzione dell’Intelligenza artificiale possono creare. Un percorso a tappe, ovviamente. Diciamo che, tra dieci anni, mi immagino una Italia dai borghi, dai territori, dalle periferie più vivi e animati, proprio grazie al sapiente utilizzo delle nuove tecnologie, con tanti turisti stranieri fuori dalle località più conosciute. Ma per arrivare a ciò bisogna dare valore, spazio, supporto ad artigiani, micro e piccole imprese”.

Passando alla realtà odierna Gregorini ha sottolineato come sia indispensabile un cambio di passo deciso, però, nelle politiche.

“Troppo spesso in Italia quando si parla di impresa si pensa alla grande impresa – ha evidenziato il nostro segretario generale – e come CNA dobbiamo investire tempi ed energia per ricalibrare pensieri e proposte di legislatori e amministratori sulle necessità del sistema produttivo reale. Eppure il mondo delle piccole imprese in Italia ha dimostrato ampiamente il suo ruolo di tenuta sociale, di radicamento nel territorio, di contributo vero alla crescita del Paese”.

“Quello che chiediamo – ha continuato – è che il nostro mondo sia messo nelle condizioni di fare quello che sa fare. E lo dico agli amministratori locali, come ho avuto modo di dirlo alla presidente del Consiglio. La politica deve smetterla di farsi guidare nelle scelte dalla costante ricerca del consenso, ha invece la responsabilità di tracciare la strada e definire la traiettoria. Le imprese devono quindi conoscere questa strada e poi saranno pronte a percorrerla. Siamo resilienti e siamo pronti a adattarci ai cambiamenti ma dobbiamo conoscere il percorso che, come sistema Italia, stiamo facendo. Serve – ha concluso il nostro segretario generale – conoscenza e concretezza”.

Alla serata, coordinata dal giornalista Riccardo Silvi, con numerosi imprenditori della provincia di Ancona, sono intervenuti il presidente di CNA locale, Maurizio Paradisi; l’assessore comunale allo Sviluppo imprenditoriale, Marco Battino; il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori; il direttore generale di Uni.co, Paolo Mariani; il presidente regionale CNA, Paolo Silenzi; la responsabile del progetto Marche Innovation Hub, Lucia Trenta, che ha presentato l’iniziativa.

Due gli interventi prima delle conclusioni di Gregorini. Primo Zingaretti, docente alla Università Politecnica delle Marche nonché cofondatore della “Associazione italiana di intelligenza artificiale”, ha spiegato il percorso evolutivo che sta dietro l’Intelligenza artificiale, sottolineando anche il ruolo svolto da Ancona su questo fronte. Zingaretti ha esortato gli imprenditori presenti a tentare la via della ricerca, esplorando le possibilità che offrono le collaborazioni con centri di ricerca e università.

A mostrare l’altro aspetto del processo innescato in questi ultimi anni dall’Intelligenza artificiale, il lato sociale e culturale, è intervenuto il giornalista e saggista Luca De Biase.

Nel suo intervento, De Biase ha raccontato come le comunità e le tecnologie siano in grado di coesistere e di coevolvere. “E’ necessario un nuovo meccanismo di condivisione ed emersione della conoscenza, soprattutto nel sistema della micro-imprenditoria. Questo affinché ci si possa porre davanti a strumenti come l’Intelligenza artificiale non con un atteggiamento di scetticismo o di spavento, bensì consapevoli del proprio ruolo e quindi predisposti all’utilizzo di un “grande assistente, non di un pessimo padrone”.