Parte in un clima di grande attenzione la campagna vaccinale antinfluenzale 2020. Quest’anno, infatti, si tratta di un argomento molto delicato perché vaccinarsi contro l’influenza di stagione, soprattutto per la popolazione anziana, è considerato fondamentale dai medici di base anche in funzione anti-Covid.
E’ notizia di questi giorni di alcuni studi che dimostrano come il vaccino antinfluenzale sia in grado di ‘allenare’ il sistema immunitario e quindi proteggere in qualche modo la persona anche da altre infezioni, Covid 19 compreso. Di più: la scorsa primavera ci sarebbe stata una correlazione positiva proprio fra i territori con copertura antinfluenzale maggiore e la resistenza al Covid 19 stesso. In buona sostanza chi era vaccinato per l’influenza si è protetto di più e nei territori con maggiore copertura vaccinale il virus è circolato molto meno.
I numeri della copertura vaccinale
I dati sulla vaccinazione antinfluenzale della stagione 2019/2020 mostrano, nella popolazione generale, un aumento delle coperture che passano da 15,8% della stagione precedente al 16,8% dell’ultima stagione. Lo si legge sul sito del ministero della Salute. Negli anziani, soprattutto, a partire dalla stagione 2015/16, si osserva un costante aumento della copertura, che raggiunge il 54,6%. Per ridurre significativamente morbosità, complicanze e mortalità per influenza, secondo il dicastero della salute, sono però necessari ulteriori sforzi per ottemperare alle indicazioni provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale che indicano il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio.
Perché vaccinarsi per l’influenza
In questa particolare situazione epidemiologica di circolazione di SARS-CoV-2, sostiene il ministero guidato da Roberto Speranza, è importante che soprattutto le persone anziane e quelle ad alto rischio di tutte le età si vaccinino, non potendo escludersi una co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2 nella prossima stagione influenzale 2020-2021. La vaccinazione antinfluenzale, infatti, permette di semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra COVID-19 e influenza, di limitare le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e, dunque, di ridurre gli accessi al pronto soccorso.
La campagna per la vaccinazione dell’influenza
Nella campagna 2020-2021 la vaccinazione può essere offerta gratuitamente anche nella fascia di età 60-64 anni (oltre agli over 65) ed è, comunica il ministero, fortemente raccomandata agli operatori sanitari e socio-sanitari che operano a contatto con i pazienti e gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza, nella prospettiva di una iniziativa legislativa che la renda obbligatoria (l’obbligo è stato introdotto in alcune regioni per gli over 65). Il Ministero raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre e di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.
CNA Pensionati: “Raccomandiamo ai nostri associati di vaccinarsi e seguire le regole”
“Sarà un inverno molto delicato per gli anziani perché la pandemia non è finita – commenta Filippo D’Andrea Segretario Nazionale di CNA Pensionati – raccomandiamo loro di fare il vaccino e usare tutte le precauzioni indicate dai medici per abbassare il rischio di contagio”. “Per i pensionati italiani – conclude – il Covid 19 rappresenta una prova pesantissima perché, oltre al tributo di vite umane già costato alle generazioni mature, costringe a limitazioni gravissime in termini di movimento, socializzazione, contatto umano oltre a un sovraccarico di ansia e solitudine molto nocivo. Tenere sotto controllo l’infezione, anche con il vaccino antinfluenzale in attesa del vaccino anti-Covid, è perciò fondamentale. Un secondo lockdown sarebbe veramente devastante per gli anziani soprattutto soli”.