A Forte Santa Tecla, nei pressi del Porto Vecchio di Sanremo, si è tenuta “MareCultura – La festa del porto, del territorio e dell’eccellenza artigiana”, una manifestazione organizzata da CNA Imperia che mette al centro la Dieta Mediterranea.
Due giorni, un fitto programma volto a divulgare e promuovere attraverso seminari, esposizione di prodotti tipici locali, laboratori, momenti di spettacolo e intrattenimento, lo sviluppo di un nuovo sistema caratterizzato da un modo di vivere più rispettoso delle nostre esigenze ma anche di quelle delle generazioni future secondo un approccio sostenibile.
La prima giornata ha avuto inizio col taglio del nastro e il saluto delle autorità, tra cui: il senatore Gianni Berrino, l’assessore del comune di Sanremo, Mauro Menozzi; il presidente nazionale di CNA Turismo e Commercio, Marco Misischia, il presidente e il direttore di CNA Imperia, rispettivamente Michele Breccione e Luciano Vazzano.
A seguire Gabriele Rotini, responsabile CNA Agroalimentare Nazionale, ha aperto i lavori delle sessioni seminariali introducendo i temi e i caratteri distintivi della Dieta Mediterranea, patrimonio Unesco: una modalità comportamentale che riguarda salute, ambiente e cultura, tre aspetti che convivono armonicamente formulando un vero e proprio stile di vita.
L’iniziativa organizzata da CNA Imperia, nella sua piena articolazione, vuole sostenere fortemente una progressione che porti a un cambiamento radicale nel tempo e che garantisca, attraverso una sana e corretta alimentazione, un accrescimento per noi e per il nostro Pianeta.
Il programma è andato avanti fino a tarda sera con i laboratori animati dagli artigiani attraverso le più identitarie attività esperienziali ed eccellenze enogastronomiche del territorio.
La seconda giornata di MareCultura è stata interamente dedicata all’economia del mare, un modello insostituibile per la crescita sostenibile del territorio
Cristiano Tomei, coordinatore Nazionale di CNA Turismo e Commercio ha aperto i lavori mettendo in evidenza l’importanza che ha oggi la Blue Economy nonché l’enorme potenziale di crescita che rappresenta per il nostro Paese, bagnato per l’80% dei suoi confini dal Mediterraneo.
I panel susseguitisi hanno posto l’accento su: biologia marina e cetacei, animali resilienti indispensabili per l’equilibrio ecologico degli ecosistemi marini; tutela dei beni archeologici sommersi e nuovi orizzonti della valorizzazione degli stessi, un patrimonio fonte della memoria collettiva e strumento di studio storico e scientifico; reti da pesca abbandonate in mare, una minaccia da cui possono derivare molti danni per l’ecosistema marino.
Il mare e la costa, infatti, sono beni che appartengono a tutti, è necessario creare le giuste condizioni utili a produrre economia nel rispetto dell’ambiente e nel diritto di chiunque di poter vivere questo bene naturale immenso.
Il confronto tra istituzioni, associazioni imprenditoriali e Guardia Costiera ha permesso di generare, nel tempo, un’offerta di turistica invidiata dal resto del mondo, che unisce settori e tradizioni diverse e che fa rifiorire l’artigianato attraverso la condivisione della storia e delle tradizioni proprie di un territorio. Un unicum che potremmo definire Made in Italy, un’esperienza straordinaria.
Tra i relatori intervenuti: Sabina Airoldi, direttore e coordinatore scientifico del progetto Crs – Cetacean Sancuary Research; Isabella De Luca, comandante dell’Ufficio circondariale marittimo Guardia Costiera di Sanremo; Giacomo Cavillier, responsabile Patrimonio Archeologico Nazionale; Monica Previati, biologa marina e co-fondatrice di Underwater Bio-Cartography.
Sistemi produttivi di allevamento e qualità del pesce italiano