Nell’ultimo trimestre del 2020 sono stati pubblicati 232 bandi per un valore complessivo a base di gara di 515 milioni. Complessivamente nel 2020 il numero di bandi di gara promossi nell’isola si è attesto su 826 interventi, per una cifra a base di gara pari a 1,4 miliardi, pari a una riduzione dell’8% del numero e ad un incremento del 50% della spesa.
“Il mercato regionale dei lavori pubblici sta consolidando la fase di ripresa già in atto nel corso del primo e terzo trimestre dell’anno. Il 2021 può rappresentare l’anno di svolta e della ripresa per l’intera filiera delle costruzioni se la concentrazione delle risorse attese sul fronte delle infrastrutture strategiche per il tramite dei fondi strutturali europei, del Recovery Plan e dello stimolo al mercato del Superbonus verranno accompagnati da un’opera di revisione e semplificazione della legislazione e da un recupero di efficienza della P.a.”, commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della CNA Sardegna e presidente regionale di CNA Costruzioni.
Rispetto al quadro nazionale, la Sardegna si colloca tra le nove regioni italiane con un calo della domanda superiore alla media nazionale (-7,4%); in termini economici è invece tra le nove regioni con un incremento superiore al 30% di spesa.
Le dimensioni degli appalti
In Sardegna, nel 2020 sono i micro appalti pubblici a subire una flessione (- 14%) e del 7% per la classe immediatamente più grande (tra 150 e 500 mila euro). Alla frenata dei lavori banditi dalla committenza locale si somma quella dei lavori medio-grandi (tra 1 e 5 milioni) che, per effetto di un rallentamento nella seconda metà dell’anno, segnano un calo prossimo all’8%. Tale fascia di lavori è anche l’unica a registrare un calo della spesa (-15% nel complesso). Rimangono sostanzialmente stabili i lavori di tra i 500mila e un milione di euro.
Protagonisti della crescita dello scorso anno sono sicuramente i tagli più grandi, in termini numerici e soprattutto sul fronte della spesa: nel complesso, i bandi promossi per lavori e opere di pubblica utilità sopra i 5 milioni passano da 29 a 43, per un valore complessivo a base d’asta raddoppiato, da 500 milioni del 2019 a più di un miliardo nel 2020. I principali ambiti di intervento sono le reti trasportistiche, il servizio idrico, il servizio energia, i servizi di connettività internet a banda ultra-larga per le sedi scolastiche, i servizi integrati sanitari e assistenziali, la manutenzione degli impianti negli immobili.
I committenti
Protagonisti del mercato regionale del 2020 sono stati Anas e Ferrovie con domanda e risorse in crescita.
Il gruppo degli enti territoriali segna invece una generalizzata contrazione della domanda, a fronte di una concentrazione delle risorse su interventi di importo unitario rilevante; una caratteristica che riguarda aziende Speciali e municipi. Caso a parte per le aziende Sanitarie e Ospedaliere e la regione, che chiudono il 2020 con un mercato tutto in espansione.
Mentre i Comuni riducono la domanda del 13,6%, dato allarmante perché arriva dopo il crollo prossimo al 20% registrato nel 2019.
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